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Bari, la storia di Gabriele, 66enne malato e solo, senza pensione per un cavillo

 
Carmen Palma

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Carmen Palma

Bari, la storia di Gabriele, 66enne malato e solo, senza pensione per un cavillo

Vive in un deposito al piano terra a Madonnella, aiutato soltanto da una vicina

Giovedì 13 Luglio 2023, 10:35

BARI - Gabriele, invisibile tra gli invisibili. Completamente solo, allettato, con una pensione che questo mese non è arrivata. È questa la storia di un 66enne che vive in un deposito a piano terra in via Cattaro, a Madonnella, che senza alcuna comunicazione si è visto sospesa la pensione di invalidità. Il motivo è semplice, ma drammatico: per l’Inps infatti, l’uomo è irreperibile poiché non avrebbe ricevuto comunicazione sul suo nuovo indirizzo di residenza. E probabilmente la pensione non verrà ripristinata prima di ottobre.

Per ricostruire la vicenda bisogna tornare indietro al 2016, quando un incidente ha causato all’uomo una lesione permanente alla colonna vertebrale. Da allora è bloccato a letto, senza cellulare e senza un computer, obeso e diabetico. In passato ha alloggiato in diverse strutture residenziali assistite, «denunciandone tutte le storture», racconta la sua vicina di casa, che ha segnalato la situazione dell’uomo. «L’ho conosciuto due anni fa, quando ha trascorso tre mesi su un materasso nel giardino di piazza De Bellis, in segno di protesta. Quando ho provato ad allertare i servizi sociali, mi è stato detto che lui non voleva parlare con gli assistenti».

In effetti, in passato l’uomo aveva allertato i media sulle presunte condizioni critiche delle Rsa in cui aveva alloggiato, denunciando le vessazioni degli operatori, i malfunzionamenti, le scorte alimentari scadute e altro ancora.

Accantonata l’esperienza della casa di riposo, due anni fa suo nipote, all’epoca il tutore legale, era riuscito a trovargli una sistemazione (quella in cui vive attualmente). Un deposito che, tra l’altro, dovrebbe lasciare a breve perché sprovvisto di agibilità abitativa. Da allora, Gabriele ha cambiato due tutori legali, ma nessuno di loro ha comunicato al Comune il suo cambio di residenza. Di fatto, il 66enne è irreperibile per tutte le istituzioni, e non può ricevere neanche il reddito di cittadinanza.

Ad occuparsi di lui sono in pochi, vicini soprattutto, tra i quali un signore che gli porta la spesa, oltre i volontari della Caritas (che una volta a settimana gli fanno visita). Ma, a parte loro, il cui aiuto si limita alle questioni quotidiane non essendo tutori legali, Gabriele è completamente solo. Senza l’aiuto esterno, potrebbe anche avere una crisi diabetica, o di pressione alta (sono diverse le patologie che affliggono le sue condizioni di salute). «Ha impiegato un anno e mezzo per trovare un fisioterapista – spiega la sua vicina – che avrebbe dovuto effettuare con lui dodici sedute di fisioterapia. Ne ha fatte tre ed è sparito. È uno di quei casi in cui si tocca con mano l’inefficienza paralizzante della burocrazia».

Gabriele avrebbe dovuto ricevere la pensione del 1° luglio, ma potrebbero passare del tempo prima di riottenerla tra tutte le procedure da adottare in questo caso. Se tutto va bene, non prima di tre mesi. La sua autonomia economica è molto limitata, se non nulla. E nemmeno il Pronto intervento sociale potrà essergli d’aiuto, visti i trascorsi con Gabriele. «Era meno solo, forse, quando viveva nel giardino. Adesso, chiuso in un deposito, non lo vede più nessuno. Invisibile. Nessuno si interessa più di lui».

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