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Monopoli, le parole nei verbali di Mariangela, uccisa dal padre: «È un violento»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Monopoli, le parole di Mariangela uccisa dal padre: «È un  violento»

La prima denuncia della donna, investita dall'auto guidata dal papà, ad agosto del 2014: «Minacciava di uccidere»

Mercoledì 14 Giugno 2023, 12:46

MONOPOLI - «Nella mia famiglia, da che io ricordi, mio padre è sempre stato un uomo violento». Queste parole furono pronunciate e formalizzate in un verbale di sommarie informazioni ad agosto 2014 davanti ai carabinieri da Mariangela Formica, la 54enne di Monopoli travolta e uccisa dall’auto guidata dal padre 87enne Vincenzo lo scorso 2 giugno.

Quando raccontò per la prima volta di quel «padre violento», Mariangela aveva 45 anni e a denunciare l’uomo era stata sua madre. Vincenzo Formica, infatti, prima di essere ritenuto l’omicida di sua figlia, aveva già a suo carico ben tre procedimenti per maltrattamenti, due nei confronti della moglie e uno anche della stessa figlia che poi avrebbe ucciso.

Ieri si sarebbe dovuta celebrare l’ultima udienza di uno dei processi per maltrattamenti (nel quale Mariangela a ottobre scorso aveva testimoniato contro il padre) ma è stata rinviata a gennaio 2024 perché l’uomo è detenuto per l’omicidio e non è stato portato in aula.

Dalla sera del delitto fino a ieri è stato in carcere, anche se subito dopo la convalida il gip aveva disposto gli arresti domiciliari. Solo 24 ore fa, però, è arrivato il braccialetto elettronico che gli ha consentito di lasciare la cella e tornare a casa (intanto la Procura ha fatto appello insistendo per la detenzione in carcere)

E mentre proseguono, coordinate dal pm Lanfranco Marazia, le indagini sull’investimento mortale del 2 giugno scorso (l’anziano padre avrebbe ucciso la figlia dopo un litigio per la gestione della mamma malata), l’86enne dovrà difendersi da diverse accuse di maltrattamenti, assistito dall’avvocato Cosimo Castellaneta.

Quando raccontava del padre, Mariangela già quasi dieci anni fa ne parlava come di «47 anni di prevaricazioni e vessazioni» subite dalla mamma da parte di un uomo che «quando viene contraddetto inizia a scaraventare oggetti, prendere a pugni le porte. Fino a quando io e mia madre, per cercare di smorzare i toni, non reagivamo, lui poteva dimostrare di essere superiore a noi. Ma circa tre anni fa - diceva la figlia nel 2014 - non sopportando le sue prevaricazioni abbiamo iniziato a reagire e questo nostro modo di fare lo irritava notevolmente in quanto vedeva la sua autorità minata. Ogni pretesto è buono per iniziare un litigio».

La ragazza raccontava anche della sua «ossessione» per il passo carrabile del vialetto di casa che lo aveva portato anche a litigi con i vicini. E poi di aver visto il padre «afferrare per i polsi mia madre, altre volte ho visto mia madre con i lividi sulle braccia e sulle ginocchia». «In diverse occasioni mia madre mi ha impedito di chiedere il vostro intervento - concludeva la donna - per timore delle possibili ritorsioni di mio padre in quanto lui stesso le aveva detto che l’avrebbe uccisa».

Per dieci lunghi anni mamma e figlia hanno raccontato e denunciato presunte aggressioni, minacce e vessazioni subite fino al tragico epilogo di dieci giorni fa. E oggi le parole della figlia, poi uccisa, risuonano come un presagio di morte.

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