BARI - «Siamo passati dalle rapine alle spaccate con furto. È brutto dirlo, ma meglio così. Che una rapina a mano armata non sai mai come può andare a finire». Vito Scalera presidente Fipe Confcommercio Bari è demoralizzato. Solo un anno fa aveva stigmatizzato i troppi casi di rapine ad esercizi commerciali tra il centro e Poggiofranco. Microbande che arrivavano quasi a chiusura di pizzerie e negozi e armi in pugno, si facevano consegnare gli incassi. In un anno questo tipo di modus operandi si è evoluto, con bande di giovani che si sono quasi specializzate nelle spaccate di vetrine per appropriarsi di incassi o merce.
«E ormai non si limitano più neanche a farlo di notte – sottolinea Scalera -. Mi arrivano segnalazioni di colleghi con punti vendita in centro, che hanno subito spaccate anche in pieno giorno, durante la chiusura all'ora di pranzo, quando calano le presenze di persone in giro. Sono criminali che non hanno alcun timore: colpiscono, entrano, prendono e scappano. Tutto in pochissimo tempo».
Ma non si può far nulla?
«E cosa si potrebbe fare. Non c'è deterrente che tenga. Io ho telecamere, sistemi di sorveglianza, eppure ho subito per due volte furti con questa modalità. La prima volta mi hanno spaccato la porta di ingresso e si sono appropriati degli incassi, la seconda volta sono venuti con grandi sacchi di plastica nera ed hanno svuotato la tabaccheria, rubando tutte le stecche di sigarette. Velocissimi. Da quando scatta l'allarme alla loro fuga con il bottino passano solo pochi secondi».
Tra voi commercianti come commentate questa escalation?
«Non se ne parla quasi più, nel senso che sta diventando una routine. Con i primi casi avevo telefonate a raffica, ora nonostante il moltiplicarsi delle spaccate, non ci si lamenta neanche. Siamo tutti con le assicurazioni, quindi si presenta denuncia solo per poter avere il rimborso assicurativo. Chi non è assicurato a volte non perde neanche tempo a fare la denuncia: cambia il vetro e via. C'è rassegnazione e senso di impotenza. È una criminalità del mordi e fuggi contro la quale sai di non poter far nulla. Cosa vuoi fare, mettere una pattuglia ad ogni angolo di strada? Impensabile. Ripeto, queste bande sanno il fatto loro, entrano e vanno a colpo sicuro e tutto è in pochi secondi. Ormai ai negozianti non resta che pregare: si spera che non capiti».
Quindi telecamere o allarmi sono inutili?
«Diciamo che non risolvono il problema. Qualche tempo fa le Forze di polizia mi hanno chiesto di riconoscere un arrestato sulla base delle immagini che le mie telecamere avevano ripreso. Dai fotogrammi sembrava fosse un uomo di 200 chili, invece l'arrestato aveva una corporatura normale. Tra felpe col cappuccio e imbottiture, non li riconosci. Capita tra noi esercenti di chiederci se con quel particolare sistema di sicurezza si è risolto qualcosa, ma la risposta è no. A questo aggiungi che anche quando li prendono, il danno del furto è così esiguo, che dopo pochi giorni sono nuovamente fuori. Un po’ come nel caso degli scippatori, una microcriminalità che sa di contare sull’impunità. Non me la prendo con nessuno, ma è così. E allora a cosa serve agitarsi? Diverso il caso delle rapine: quelle sì che sono pericolose. Non sai mai come può andare a finire. Ecco perché dico: meglio le spaccate, almeno non vengono coinvolte le persone».