Sabato 06 Settembre 2025 | 14:32

Minacce anarchiche al giudice barese: presunto autore ai domiciliari

 
Isabella Maselli

Reporter:

Isabella Maselli

Minacce anarchiche al giudice barese: presunto autore ai domiciliari

Dopo l’arresto della madre annunciava la vendetta con i versi di De André

Giovedì 09 Marzo 2023, 13:00

Le minacce alla giudice barese Angelica Passarella, ora sotto scorta perché ritenute maturate nell’ambiente degli anarchici pugliesi, finiscono in una indagine della Procura di Lecce e, in pochi giorni dall’avvio degli accertamenti, in una ordinanza d’arresto che ha portato ai domiciliari il presunto autore di alcune di quelle frasi intimidatorie.

Minacce a pubblico ufficiale con l’aggravante della finalità terroristica (l’aggravante non è stata però riconosciuta dal gip) è il reato contestato dai pm salentini a un 45enne barese, F.M., figlio di quella Angela Pinto, 76 anni, che la giudice minacciata ha condannato qualche settimana fa a 3 anni di reclusione per stalking condominiale. E proprio nell’ambito del procedimento penale a carico della anziana donna, detenuta per alcuni mesi anche in carcere e poi ai domiciliari, il figlio ha iniziato a manifestare il suo disappunto, sempre più violento nelle parole e sempre più esplicito nei gesti. A partire dalla organizzazione di sit-in di protesta in occasione delle udienze, con gruppi di amici e attivisti con striscioni e megafoni: da un lato la solidarietà alla signora «Lina», dall’altro quella all’anarchico Cospito. Negli stessi giorni su alcuni muri della città e sui social sono comparse scritte e post dal medesimo tono minaccioso: «La giudice Passarella sta ammazzando una donna di 76 anni» e, accanto, la frase «Alfredo Cospito libero subito, fuoco alle galere», tutti firmati con il simbolo anarchico della A cerchiata.

L’indagine della Dda di Bari, delegata agli uomini della Digos, è stata subito trasmessa anche a Lecce per competenza, trattandosi di minacce ad un magistrato. E non minacce qualsiasi, bensì aggravate - secondo l’ipotesi accusatoria - dalla finalità terroristica, cioè maturate nella più ampia mobilitazione del mondo anarchico che in questi mesi sta attraversando il Paese intero.

Una ricostruzione che il gip, nell’ordinanza d’arresto del presunto autore delle minacce, ha ridimensionato, in particolare escludendo l’aggravante, perché non sarebbero emersi elementi tali da ritenere che quelle frasi intimidatorie potessero degenerare. La vicenda, cioè, secondo il gip di Lecce andrebbe ricondotta a un fatto privato. Peraltro in occasione di una perquisizione a casa dell’indagato, alla vigilia di uno dei sit-in organizzati davanti al palazzo di giustizia di Bari, gli agenti non hanno trovato armi o altro che facessero pensare al pericolo di una aggressione fisica nei confronti della magistrata.

A carico del 45enne, però, sono stati comunque raccolti elementi sufficienti a contestargli le minacce. Per esempio una canzone pubblicata sui social - visualizzata da alcune decine di utenti - con nel testo frasi del tipo «mamma sarai vendicata». E poi le due manifestazioni, pacifiche, organizzate durante le udienze, con 28 partecipanti la prima e sette la seconda. Non vi sarebbe invece prova che le scritte sui muri della città con frasi di odio e minacce siano state scritte dalla stessa mano.

Quando, dopo l’arresto, il 45enne, incensurato, è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia, ha ammesso la paternità del testo della canzone, «Madre reclusa», pubblicata sui social, spiegando che le parole ritenute minacce («sarai vendicata col tritolo») erano una libera citazione di un brano di De Andrè. Per lui la Procura aveva chiesto il carcere ma il gip ha ritenuto sufficienti gli arresti domiciliari, ribadendo che il contesto nel quale sarebbero maturate le presunte minacce non sarebbe riferibile all’ambiente degli anarchici ma alla specifica vicenda dell’arresto della madre (accusata e condannata per presunte persecuzioni durate quattro anni nei confronti dei vicini di casa della donna ai danni anche di due bambini, minacce di morte e accoltellamento di una delle vittime). La donna, finita in carcere dopo aver evaso i domiciliari, aveva poi ottenuto nuovamente la detenzione a casa su disposizione del Tribunale del Riesame e su questo la Procura di Bari ha fatto ricorso in Cassazione.

Intanto, a seguito delle minacce alla giudice da parte del figlio e le scritte anonime con in calce il simbolo anarchico della A nel cerchio, alla magistrata è stata assegnata la scorta. E ora il 45enne è stato arrestato anche lui, ai domiciliari con e come la mamma.

L’attenzione degli inquirenti è massima e sono in corso continue verifiche anche su alcuni pacchi in arrivo o in transito a Bari, ritenuti potenziali fonti di pericolo per i luoghi di partenza e per quelli di destinazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)