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Furto in Basilica di San Nicola, il 48enne tunisimo resta in carcere

 
Redazione online

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Alessandro Laterza: «Vai a rubare a San Nicola, che oltraggio!»

San Nicola ed il furto dell'oro

La gip del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha convalidato il fermo. Non sono stati ancora trovati gli oggetti sacri rubati. Non è esclusa l'ipotesi di colpo su commissione

Sabato 26 Marzo 2022, 11:50

13:46

BARI - La gip del Tribunale di Bari Antonella Cafagna ha convalidato il fermo del 48enne tunisino Farid Hanzouti, ritenuto l’autore del furto con scasso nella Basilica di San Nicola a Bari, commesso la notte tra il 21 e il 22 marzo scorsi, nel quale sono stati rubati, oltre agli spiccioli delle offerte, un anello di oro, l’evangeliario con le tre sfere d’argento e un medaglione contenente una fiala della sacra manna, strappati dalle mani della statua del santo. La gip ha contestualmente applicato la misura cautelare della detenzione in carcere. Alla identificazione del 48enne, che ieri nell’udienza di convalida ha negato, i poliziotti sono arrivati grazie alle immagini delle telecamere che hanno immortalato il ladro in sella ad una bicicletta all’esterno della Basilica e poi mentre scavalcava la grata accanto alla torre campanaria, dove c'era anche una sua impronta digitale. Nel casolare dove si nascondeva, poi, gli agenti hanno trovato banconote per complessivi 1.750 euro, ritenute il guadagno della vendita degli oggetti sacri, che non sono ancora stati ritrovati.

SU COMMISSIONE - «Gli oggetti sacri trafugati dalla teca che ospita la statua del santo patrono (anello, evangelario, medaglione contenente la manna) non sono stati ritrovati e perciò verosimilmente sono stati già destinati al mercato illegale, neppure potendosi escludere, allo stato, un’ipotesi di furto «su commissione». E’ un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 48enne tunisino Farid Hanzouti, ritenuto l’autore del furto con scasso nella Basilica di San Nicola a Bari, commesso la notte tra il 21 e il 22 marzo scorsi. Il valore degli oggetti rubati è stato quantificato in circa 20 mila euro. La gip Antonella Cafagna, condividendo la ricostruzione fatta dalla pm Angela Morea, che coordina le indagini della Polizia, evidenzia che «le riprese delle telecamere, le impronte sulla grata della cancellata diventa per procurarsi un varco di accesso in un punto non raggiungibile se non da chi si apprestasse a scavalcarla, l’esito dell’accertamento sull'identità dattiloscopica, i risultati di una prima comparazione antropometrica e l’esito della perquisizione, offrono elementi di notevole valore indiziario». Nel casolare dove il 48enne si nascondeva, infatti, sono stati trovati «se non le reliquie del santo patrono, sottratte dalla teca e non ancora ritrovate, alcuni monili in argento con incisioni in alfabeto cirillico, circostanza pienamente compatibile con il trafugamento di doni dei fedeli russi ortodossi, comunemente offerti in omaggio del santo durante le visite nella basilica». Secondo la gip, inoltre, sussistono anche le aggravanti contestate dell’aver commesso il fatto «su cose destinate a reverenza» e «agendo con volto travisato» con una mascherina FFp2 il cui utilizzo, ricorda la gip, «non è più obbligatorio negli spazi aperti».

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