Bari - Si terrà a momenti nel carcere di Lecce l'interrogatorio del giudice Giuseppe De Benedictis, arrestato sabato scorso per aver firmato, in cambio di denaro, provvedimenti favorevoli ad esponenti di mafia. A rumore le stanze della giustizia pugliese: De Benedictis sarebbe pronto a collaborare. Lo avrebbe detto ai carabinieri già al momento dell'arresto. In quell'occasione, nella sua abitazione barese, i militari hanno sequestrato, oltre ad ingenti somme di denaro - alcune «mazzette» erano nascoste nelle prese elettriche - anche un'agenda di lavoro nella quale De Benedictis avrebbe annotato nomi, circostanze, incontri, cifre. Un documento che fa tremare più di qualcuno, e non solo negli ambienti della criminalità organizzata.
De Benedictis e l’avvocato barese Giancarlo Chiariello (anche lui in carcere da sabato) rispondono con gli altri indagati dell'inchiesta di concorso in corruzione in atti giudiziari. L’accusa contesta anche l’aggravante di aver favorito una associazione mafiosa, perché le cinque persone scarcerate in cambio di denaro - clienti di Chiariello - sono tutte sospettate di far parte di clan baresi o foggiani. L’inchiesta, partita nel febbraio 2020 contro ignoti a seguito delle dichiarazioni di un pentito trasmesse dalla Dda di Bari, non è conclusa. Sabato i carabinieri hanno effettuato diverse perquisizioni. A casa di De Benedictis sono spuntati altri 4mila euro, nascosti sempre nella stessa cassettina di sicurezza coperta da una falsa presa elettrica in cui il 9 aprile erano già stati trovati 20mila dei 57mila euro ritenuti le mazzette dall’avvocato Chiariello.