Bari, divampa incendio in abitazione, 60ennne salvo per miracolo
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Ninni Perchiazzi
21 Gennaio 2021
Esenzioni (indebite) dal pagamento del ticket per visite ed esami, la Asl Ba a caccia di furbetti ma anche di chi ha semplicemente sbagliato nel compilare i moduli. Sono oltre trentacinquemila le contestazioni - poco più di 10mila a Bari città - giunte a domicilio in questi giorni in tutta l'area metropolitana, con riferimento alle annualità 2011-2013 e al biennio 2014-2015, per oltre 5 milioni di euro (mentre 1,7 milioni sono già stati incassati negli anni scorsi). La Asl, verificate le autocertificazioni, ha quindi avviato l'operazione di recupero, anche se sembra che qualche innocente possa essere stato erroneamente coinvolto (da una prima stima si parla di circa un 10%).
Gli avvisi di pagamento solo in 54 casi superano i mille euro, mentre sono ben 15.462 gli utenti messi in mora per cento euro o meno. Sfiorano invece quota 19mila i cittadini ai quali viene contestato un debito tra 100 e 500 euro, a fronte di 1.157 casi tra 501 e mille euro.
A Palazzo di Città, la commissione Igiene e Sanità prova a fare chiarezza sulla vicenda, chiedendo lumi ai vertici Asl ed al tempo stesso soluzioni in grado di agevolare i cittadini sia per chi deve mettersi in regola sia per coloro che sono stati ingiustamente coinvolti (e quindi in regola).
L’audizione al Comune nasce da un input di Antonio Ciaula (FI) che, al pari del consigliere Michele Picaro (gruppo misto) ha denunciato il problema delle migliaia di note arrivate in questi giorni ai cittadini baresi relativamente ai ticket non pagati a causa di esenzioni non dovute.
A spiegare il fenomeno è Gianluca Capochiani, direttore amministrativo della Asl. «Il recupero si basa sul presupposto che le autocertificazioni per ticket non siano veritiere. Un decreto del ministero della Salute del 2009 impone alle Asl di intervenire sulla base delle verifiche delle autocertificazioni. Le Asl devono procedere al recupero con tempo che va dai 30 ai 120 giorni - spiega -. Ci siamo posizionati sui 90 giorni, ma dal tono della lettera si evince che non aspettiamo il 91esimo giorno per attivare azioni di riscossione coattiva».
Il consigliere Piero Albenzio solleva un problema di «opportunità dell’invio delle cartelle in periodo di emergenza sanitaria», chiedendo alla Asl «le motivazioni che l'hanno indotta a chiedere il pagamento di circa 35mila cartelle in questo momento così delicato». Ancora del direttore amministrativo Asl i chiarimenti. «Avevamo programmato di farlo a inizio del 2020, poi abbiamo aspettato per via della pandemia. Volevamo spostare l'azione dopo l’estate sperando che il Covid fosse un ricordo lontano. Adesso, però non potevamo più differire le richieste anche perché nella verifica dei bilanci l’ha segnalato la Corte dei conti (la sezione Controllo ha informato la presidenza della giunta regionale ), rilevando che l’Asl non si era ancora attivata per il recupero dei ticket», dice.
Il vicepresidente della Commissione, Filippo Melchiorre sottolinea il doppio scopo dell’audizione: «Vogliamo trovare delle soluzioni magari trovando il modo di venire incontro alla gente, magari prevedendo la possibilità di convenzioni con i Caf, anche perché il problema è strutturale e riguarderà anche le altre cartelle». A tal proposito sempre Albenzio sollecita la Asl a «rendere operativo, sul portale indicato nell'avviso inviato agli utenti, la scelta di rateizzare il pagamento, al momento non ancora possibile». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della commissione Pino Neviera che auspica, anche per il futuro, la stipula di una convenzione con le associazioni per aiutare le categorie più fragili. «Molti anziani non hanno mail, vivono da soli e non hanno indicazioni», sostiene, mentre Pasquale Di Rella sollecita una modifica della norma, coinvolgendo, Comune, Regione e Anci. Ciaula poi, nel chiedere l’estensione dei tempi per i ricorsi a 120 giorni, rimarca la necessità di «attivare alcuni numeri telefonici al fine di poter dare spiegzioni e risposte a rilievi ed eccezioni».
Infine, il direttore generale Asl, Antonio Sanguedolce che fissa per il mese di marzo un primo momento di valutazione. «Stiamo monitorando le precisazioni che giungono, operando nell’ottica del buon senso. Basterà inviare una email ai nostri uffici per essere chiamati e tentare di risolvere la situazione», sostiene. «Invece di recarsi presso gli uffici, meglio inviare una e-mail indicando numero di pratica e motivo per cui si ritiene di non dover pagare. Sarà poi nostra cura contattare il cittadino», conclude Capochiani.
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