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Bari, a rilento la riabilitazione a domicilio: la denuncia di una paziente

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Bari, a rilento la riabilitazione a domicilio, la denuncia di una paziente

La Asl: «Stiamo riavviando il circuito della riabilitazione domiciliare»

Domenica 14 Giugno 2020, 15:08

BARI - Le conseguenze del Sars-CoV-2, che ha scombussolato il sistema sanitario, continuano a gravare sui cittadini più fragili. Terminata l’emergenza, per ridurre gli effetti collaterali ci vorranno settimane. Oltre ai presìdi ospedalieri, anche quelli territoriali, a cominciare dai poliambulatori dell’Asl, sono impegnati da giorni ad assicurare le urgenze e a riprogrammare le visite e gli esami sospesi negli ultimi mesi. Nel frattempo, i pazienti con gravi patologie non ricoverati (nemmeno nelle residenze sanitarie assistenziali), aspettano il ripristino di servizi per loro essenziali. Giovanna Albanese, 59 anni, è allo stremo. Da giorni richiede l’intervento di un fisioterapista per sua madre, una paziente assistita a domicilio fino a quando il lockdown ha bloccato tutto. Il servizio di assistenza domiciliare integrata, sospeso per oltre tre mesi, non è stato riattivato. «Stamattina (ieri - n.d.r.) - afferma - ho nuovamente litigato con l’Asl. Mi hanno riferito che sono ancora fermi, che non c’è verso di mandare qualcuno. Nel frattempo mia madre, già debilitata, non riesce più a muoversi, mentre prima perlomeno si riusciva a metterla in piedi».

ASSISTENZA -  Affetta da Alzheimer da sei anni, malata oncologica da quasi trenta, con fratture al bacino e all’omero, con un quadro clinico complessivo compromesso, la signora Cecilia, 84 anni, vive da sola al quartiere Libertà, ma tutti i giorni è raggiunta dalla figlia. «Arrivo alle 8 e vado via alle 17 per tornare dalla mia famiglia a Modugno. Per fortuna mio fratello è scapolo e resta di notte. Non ho mai voluto ricoverare mia madre in una Rsa, figuriamoci adesso con tutti i rischi della Covid-19. Ho lottato per avere l’assistenza domiciliare e fortunatamente almeno c’è Vera, una operatrice socio-sanitaria della cooperativa Gea, che tutti i giorni viene e mi aiuta a lavarla, curarla e accudirla. Solo che ormai è irrigidita, i muscoli si stanno completamente atrofizzando. Ho parlato con il mondo intero, ho anche scritto al presidente Michele Emiliano per chiedergli se ritiene normale abbandonare i pazienti così».

OSTACOLI  - Il cosiddetto caregiver familiare è un percorso a ostacoli. E spesso ottenere un servizio è addirittura più semplice che mantenerlo. «All’inizio - racconta Giovanna - dopo la visita del fisiatra, abbiamo ottenuto due cicli da due mesi per tre volte alla settimana. Poi, il servizio si è ridotto a due volte alla settimana. Ma è prima dell’emergenza Covid che mi hanno fatto una proposta indecente: un ciclo di otto sedute durante il quale mi avrebbero fatto formazione in modo da poter intervenire su mia madre autonomamente. Ma secondo lei io ho la competenza per mettere le mani su mia madre? Non le dico poi per avere la fornitura. Sono tra i più fortunati forse, visto che riesco a ottenere gran parte della dotazione di garze, siringhe, amuchina, guanti, cateteri, insomma tutto ciò che serve anche per le medicazioni. Ma c’è sempre qualcosa che manca. La realtà sa qual è? Si vuole favorire la cura e l’assistenza in casa, ma poi ti costringono ad abbandonare gli anziani chiudendoli in un centro. Ma io non lo farò. Piuttosto continuo a litigare con tutti».

TERAPIE -  L’Asl conferma: i fisioterapisti sono fermi perché, dopo il lungo periodo di pausa, è necessario rivedere tutti i piani terapeutici. «Stanno ripartendo gradualmente sia le attività di fisioterapia domiciliari sia quelle ambulatoriali - affermano dall’azienda sanitaria locale -. Dopo lo stop causato dall’emergenza sanitaria, già da diversi giorni l’ambulatorio di riabilitazione dell’ex Cto della Asl ha stilato e avviato un piano di richiamo delle prestazioni sospese e di programmazione delle nuove, naturalmente dovendo tener conto delle rigide misure di sicurezza (pre-triage telefonico, scheda di pre-triage all’ingresso, misurazione della temperatura corporea, uso di guanti e mascherine, prenotazione obbligatoria e accesso contingentato) nella gestione degli accessi per le visite fisiatriche, specialistiche e per i trattamenti di fisioterapia. Misure applicate nei tre ambulatori distrettuali, dove sono stati disegnati percorsi ad hoc e individuati ambienti dedicati, vista la necessità di dover procedere a visitare o trattare un paziente per volta e con tempi più dilatati».

DOMICILIO  - Per quanto riguarda le prestazioni domiciliari, Iolanda Cianciola, responsabile dell’ambulatorio di riabilitazione, fa sapere che si sta procedendo al completo riavvio del circuito della riabilitazione, con l’autorizzazione dei piani individuali scaduti. «Quest’attività da un lato sta coinvolgendo direttamente le strutture private accreditate, attraverso la verifica degli atti e la successiva autorizzazione, e dall’altro sta impegnando il personale sanitario Asl in un’azione di teleconsulto per richiamare ed eventualmente rivalutare i singoli casi. In considerazione della maggiore o minore gravità del caso, l’iter può essere più o meno rapido, sino a prevedere la visita del fisiatra per l’aggiornamento del piano riabilitativo. L’attività di richiamo in diversi casi è stata completata, in altri si sta provvedendo, fermo restando che saranno presi in carico e soddisfatti i bisogni di salute di tutti gli utenti. Per la presa in carico di nuovi pazienti c’è una mail dedicata, riabilitazione.bari@asl.bari.it: tutte le richieste di visite fisiatriche domiciliari del distretto di Bari devono giungere a questo indirizzo mail e non devono essere consegnate negli ambulatori in cartaceo. Devono inoltre essere accompagnate da apposita modulistica compilata e firmata dal medico di medicina generale, il quale è tenuto ad indicare sulla richiesta la diagnosi per la quale richiede la prestazione domiciliare».

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