BARI - Poliambulatorio di via Caduti di via Fani, i disagi continuano, e Palazzo di Città chiede una soluzione immediata alla Asl per porre un argine alla vergogna delle code lungo il marciapiedi con tanti anziani accalcati in attesa di una visita medica.
Arrivano quindi i primi interventi tampone - da ieri nella struttura ambulatoriale nei pressi della stazione centrale si accede da via Melo e si esce da via Caduti di via Fani -, mentre torna di attualità l’allestimento di una sede provvisoria nei pressi della vecchia struttura di Carrassi in grado di ospitare gli ambulatori medici, con il sindaco Antonio Decaro in prima persona a sollecitare un intervento risolutivo in vista del possibile ritorno alla normalità di settembre.
IL SINDACO DECARO - «Soprattutto in questa fase non possiamo permetterci errori. Per questo è giusto avviare subito una corretta interlocuzione con la Asl per programmare i servizi, soprattutto quelli sanitari che pian piano stanno riprendendo», afferma il primo cittadino, intervenuto nel coso della seduta online della Commissione consiliare Qualità della vita (ambiente, sanità, igiene), presieduta da Pino Neviera che ha convocato in audizione il direttore generale dell’Asl Bari, Antonio Sanguedolce, proprio per discutere di disagi e disservizi, già denunciati dalla “Gazzetta”.
La graduale riapertura alla vita di metà maggio ha riportato alla luce vecchi problemi. Così, nonostante siano ancora effettuate solo le visite urgenti, il presidio poliambulatoriale di via Fani è stato letteralmente preso d’assalto, con tutto ciò che ne consegue in termini di sicurezza sanitaria e ordine.
«Come autorità sanitaria cittadina ho chiesto alla Asl di poter programmare insieme questa fase di ripresa e di aggiornarci su come intendono ampliare l'offerta di servizi nella sede di via Federico Vecchio, su cui già avevano preso un impegno due anni fa, in attesa di portare a termine il progetto di attivazione del centro previsto nella ex Centrale del latte», dice ancora Decaro, nel fissare l’appuntamento tra 15 giorni « per conoscere lo stato della progettazione per la riqualificazione».
«Il nostro obiettivo è quello di avere più centri disponibili per offrire servizi ai cittadini e per garantire la massima sicurezza evitando assembramenti o situazioni di rischio. Se c'è una cosa che abbiamo imparato in questi mesi è che i luoghi della sanità devono essere i primi a dover essere attenzionati per garantire la sicurezza e dobbiamo mettere nelle condizioni tutti, cittadini e operatori, di vivere questa fase accedendo ai servizi necessari», conclude il sindaco.
PROBLEMA ANNOSO - Come detto, la situazione di via Caduti di Via Fani, non è certo una novità, da quando si è improvvidamente scelto di dirottare tutta l’utenza presso la sede situata nei pressi della stazione centrale, a causa della chiusura di altri punti di riferimento sul territorio. Una scelta che ha messo in grande difficoltà un’utenza abbastanza in là con gli anni e gli acciacchi.
«Siamo impegnati nella riorganizzazione di oltre 100mila prestazioni sanitarie sospese a causa del lockdown - spiega Sanguedolce -, abbiamo cominciato il richiamo delle prestazioni pendenti, riservando linee dedicate alle nuove prenotazioni, potenziando call center e operatori e introducendo il sistema “PagoPA” per pagare il ticket in più sedi, non necessariamente al Cup. A breve poi ci sarà di nuovo la possibilità di prenotare nelle farmacie».
CORRETTIVI - L’obiettivo è riattivare i servizi, rendendoli sicuri, accessibili e più rapidi ed evitando il rischio di nuovi contagi. Quindi, presso il distretto unico di via Caduti di via Fani, sono stati predisposti percorsi differenziati e protetti di ingresso e uscita: «Da oggi (ieri - n.d.r.) gli utenti accedono da via Melo attraverso un cortile, compatibile con il mantenimento delle distanze previste, e si sottopongono a triage prima dell’ingresso in struttura. Per uscire, invece, come indicato nella apposita segnaletica, vengono guidati verso il varco di uscita in via Fani», spiega il Direttore generale, che ha dato la disponibilità ad accelerare la procedura per attivare gli ambulatori della sede di via Federico Vecchio, a Picone, già individuata in passato come possibile estensione del distretto, in modo tale da decongestionare le code e meglio distribuire l’utenza.
ALTERNATIVA - «È nostro compito risolvere un annoso problema. Da novembre affrontiamo questi argomenti con il Direttore generale ma ora siamo punto e daccapo», afferma Piero Albenzio (Avanti Decaro). «In attesa della realizzazione del poliambulatorio nell’ex Centrale del latte (ci vorranno 4-5 anni) la Asl individui un sito nel territorio del Municipio ll per alleggerire via Caduti di via Fani - aggiunge -. Se troviamo un sito per inserire gli ambulatori delle specialistiche più importanti - oculistica, cardiologia, ortopedia, otorinlaringoiatria - in modo da soddisfare una fetta importante di richieste, avremmo due punti di riferimento tali da consentire all’utenza di accedere in maniera semplice e con meno disagi». Il sollecito tiene conto anche di un aspetto non secondario: «Ora affrontiamo solo le visite d’urgenza e già c’è una grossa problematica, pensiamo a cosa accadrebbe all’apertura dell’ordinaria attività. Le distanze, le prescrizioni sul rispetto delle misure interpersonali ci saranno anche in futuro, occorre risolvere al meglio la problematica», conclude Albenzio.