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«Torna al tuo paese»: calci a un'ivoriana a Bari, insultata anche da operatrice 118

 
Redazione online

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La donna, 47 anni, ha raccontato di essere stata presa a calci e pugni

Martedì 26 Febbraio 2019, 14:30

16:19

Una 47enne originaria della Costa d’Avorio e residente a Bari da circa 30 anni, ha denunciato di avere subito insulti razziali e di essere stata presa a «calci e pugni» e «derubata» da un gruppo di «cinque o sei donne» e «due uomini» che le intimavano di «tornare al suo Paese». Edith racconta che l’aggressione è avvenuta solo per aver chiesto a un gruppo di donne, dietro alle quali stava camminando, di poter passare. La donna racconta a Telebari, che ha riportato la notizia, di avere subito discriminazioni anche da una donna del personale del 118 che è poi arrivato sul posto: secondo Edith la donna avrebbe messo in dubbio la sua versione dei fatti e in ospedale avrebbe detto ai medici che Edith «voleva solo approfittarsi della situazione per poter avere un permesso dal lavoro».

Edith ha raccontato che mercoledì 20 febbraio, poco dopo le 18.30, stava camminando su un marciapiede preceduta da «un gruppo di cinque o sei donne» alle quali ha "chiesto permesso» per poter passare. «Non mi hanno sentito - spiega - e per superarle sono scesa un attimo dal marciapiede: tornata sulla banchina, si è scatenato l’inferno. 'Permesso, permesso un c...o, ha detto una di loro. Mi sono voltata verso di lei e in un attimo mi ha sferrato un pugno in faccia».
«Mi hanno accerchiata e hanno iniziato a insultarmi», prosegue la donna secondo la quale gli aggressori le dicevano "'Vattene da qua, torna al tuo Paesè». Edith racconta di avere chiamato la «Polizia» ma mentre «ero al telefono ho preso calci e pugni da ognuna di loro: al branco - ricorda - si sono poi aggiunti due uomini» e «ho preso calci anche da loro».
«Mi hanno portato via il telefono - conclude Edith - e a quel punto è intervenuto il benzinaio del distributore che è lì a pochi metri: li ha fatti allontanare ed ha chiamato carabinieri e 118». Sull'accaduto, a quanto si apprende, stanno indagando i carabinieri che stanno sentendo persone e verificando se nella zona dell’aggressione ci siano telecamere le cui immagini possano confermare il racconto di Edith e identificare gli aggressori. I carabinieri hanno raccolto la denuncia della vittima e l’hanno trasmessa in Procura

ASSESSORE BOTTALICO: «SEMPRE PIU' EPISODI DI RAZZISMO» - «Gli episodi di razzismo si stanno moltiplicando in città. C'è bisogno di denunciare ma anche di educare le nuove generazioni affinché non assorbano i sempre più frequenti messaggi di odio». Lo afferma l’assessore al Welfare del Comune di Bari, Francesca Bottalico, commentando l'aggressione denunciata da una donna ivoriana che sarebbe stata picchiata, insultata e derubata da un gruppo di sei donne e due uomini baresi solo per aver chiesto loro di spostarsi e lasciarla passare.
«La stiamo cercando e vogliamo incontrarla - spiega Bottalico - per offrirle il nostro sostegno, come cerchiamo tutte le persone che rimangono nel silenzio e hanno paura di denunciare».
«Recentemente - prosegue l’assessore - ho avuto degli incontri con gruppi di genitori che hanno adottato ragazzi stranieri, che iniziano a manifestare situazioni di disagio nella nostra città».
L’assessore infine rivolge un «invito a tutti i cittadini baresi, agli insegnanti e ai genitori che nella propria propria quotidianità, nella scuola e nel lavoro si imbattono in episodi di razzismo e discriminazione: denunciate»

«Se Salvini sventola la bandiera del razzismo ad alta voce, chi prima era razzista ma aveva paura a farlo vedere, adesso non ha più timore e aggredisce, pensando di non essere mai punito». Lo ha detto Edith, la 47enne ivoriana che ha denunciato di essere stata vittima a Bari il 20 febbraio scorso di una aggressione a sfondo razziale da parte di un gruppo di donne e uomini tra i 20 e i 50 anni.
Edith è convinta che «il clima politico abbia influito molto», ritenendo di essere stata «aggredita in quel modo per il colore della pelle».
«In trent'anni, da quando sono a Bari - sottolinea la donna - non mi era mai capitata una cosa del genere e non avevo mai sentito di aggressioni così. Ora ho paura per i mie figli, per come va il mondo».

Edith, che ha raccontato di essere stata aggredita in strada dalle persone cui aveva chiesto permesso per poter passare, ritiene che «per loro non avevo il diritto di chiedere permesso: una immigrata - rileva - non doveva passare sulla loro stessa strada». «Mi hanno urlato 'brutta nera, hai sbagliato proprio posto' - ricorda - insultandomi senza conoscermi, senza darmi la possibilità di dire niente».
«Mi dicevano di tornare nel mio Paese - prosegue Edith - ma è l'Italia il mio Paese. Non ricordo neanche più come è la mia terra. Ho passato più anni della mia vita qui a Bari che in Costa d’Avorio».
Edith crede che sia «cambiata la faccia del razzismo: prima - afferma - un ragazzino magari ti insultava perché non ci pensava, per immaturità. Ma una donna adulta dovrebbe riflettere su quello che dice e che fa, altrimenti che esempio dà ai giovani».
«Si può essere contro gli immigrati, è un punto di vista - conclude - ma questo non può giustificare la violenza».

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