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Mafia, pena ridotta al boss Savinuccio Parisi

 
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Savinuccio Parisi

foto Luca Turi

La Corte di Appello di Bari ha ridotto da 10 a 8 anni di reclusione la condanna inflitta nei confronti del boss Savino Parisi, capo dell’omonimo clan del quartiere Japigia di Bari. Disposta anche la restituzione di un immobile confiscato

Lunedì 18 Giugno 2018, 17:01

17:02

BARI - La Corte di Appello di Bari ha ridotto da 10 a 8 anni di reclusione la condanna inflitta nei confronti del boss Savino Parisi, capo dell’omonimo clan del quartiere Japigia di Bari, accusato di associazione mafiosa e traffico di droga. Si tratta della sentenza di secondo grado del processo 'Dominò, in cui il boss era imputato con altre 8 persone. I giudici hanno anche assolto tre imputati (Giacinto Carvutto, Nicola Settanni e Matteo Radogna) e ridotto la pena nei confronti dei pregiudicati Battista Lovreglio, ritenuto il luogotenente del boss, (da 9 a 7 anni) e Nicola Iandolo (da 10 anni e 6 mesi a 2 anni). Confermate le condanne nei confronti di altri tre imputati accusati a vario titolo anche di usura, estorsione, ricettazione e armi (Pasquale Lazzazzera a 5 anni di reclusione, Luigi Spinelli e Antonio Paolo Zefferino a 7 anni e 6 mesi).

Per il boss Savinuccio Parisi, assolto da un’accusa di intestazione fittizia di beni, la Corte ha disposto la revoca della confisca di un appartamento a Valenzano, ordinandone la restituzione. I giudici hanno revocato le confische dei beni, immobili, auto e oggetti preziosi, anche per gli altri imputati assolti. Confermati, per i sei condannati, i risarcimenti danni nei confronti delle costituite parti civili, Comune di Bari, Città Metropolitana, Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici e Associazione provinciale Antiracket di Bari. Nell’ambito di questo procedimento il boss di Japigia fu arrestato il primo dicembre 2009 insieme con altre 82 persone. Dei 99 imputati complessivi, 12 sono stati condannati e 46 assolti con il rito abbreviato negli anni scorsi, 6 sono stati condannati con rito ordinario e altri 35 assolti, dei quali 3 oggi dalla Corte di Appello e gli altri già in primo grado.

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