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Da Genova al Pollino, che Stato è

 
Egidio Pani

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Egidio Pani

Da Genova al Pollino, che Stato è

le gole del Raganello

«La tragedia sul Pollino dà una dolorosa scossa, smuove memorie, solleva rabbia»

Mercoledì 22 Agosto 2018, 17:08

Che ne facciamo della Calabria, terra dalle sconfinate bellezze e dalla somma incapacità di gestirle da parte della sua classe dirigente? La tragedia sul Pollino dà una dolorosa scossa, smuove memorie, solleva rabbia.

Par di sentire i gioiosi entusiasmi della partenza dei gitanti, l’avventurarsi nelle gole, strette e maestose, percorse dal quasi sempre sonnolento torrente Raganello - di cui però si dovrebbero conoscere le furie improvvise - che infatti, poco dopo precipita sui festosi gitanti travolgendo e spezzando vite e felicità, giovinezze e sorrisi e speranze.

Vorrei tenermi lontano dalle polemiche già sorte giustamente ad esempio, sul Giornale di Calabria, sulla gestione del Parco del Pollino, che tocca due Regioni, Calabria e Basilicata, e decine di Comuni, dai montani alle marine del Tirreno e dello Jonio.

La gestione dell’Ente Parco è complessa e avrebbe bisogno di risorse molto consistenti. E quindi di scelte forti da parte delle Regioni. Ma le Regioni sono ormai Stati nello Stato, Enti tuttofare.
Sul Pollino si fronteggiano due realtà oggi ben diverse dal passato. Erano territori poveri, un saliscendi di montagne con un’agricoltura faticosa e poche industrie (chissà perché l’Italsider non fu a Gioia Tauro invece che a Taranto). Ma oggi mentre la Calabria è rimasta regione dalle complesse problematiche economiche e sociali, con un vasto territorio, una fuga costante di giovani, la regione Basilicata ha il petrolio, sviluppa cultura (il «Circolo della Scaletta» a Matera aprì sin dal 1960 la battaglia culturale) è in forte slancio, aiutata anche dalla sua stessa dimensione 574.782 abitanti (Calabria 1,973 milioni). La Calabria potrebbe avere nel turismo la carta vincente (imiti la Puglia) ma si muove con passo incerto. Alcuni Comuni, pur piccoli come l’antica Bisignano (Cosenza) e Riace (Reggio) lo hanno compreso, ma va creata una rete sinergica. E sciolti i nodi delle infrastrutture di collegamento da cui la Calabria è ancora out (fuori).

La tragedia del Torrente Raganello (da ricordare le travolgenti «fiumare» caratteristiche del territorio calabrese) deve segnare un tempo nuovo. Si deve prender coscienza del problema che unisce l’Italia dal Pollino a Genova: uno Stato che non funziona.
La Pubblica amministrazione è dissolta tra ministeri, agenzie, enti. La struttura dello Stato è al collasso. Massima è la confusione dei ruoli e insieme la loro inconsistenza.

Per il Raganello le Autorità dovevano imporre controlli sulla movimentazione dei turisti, squadre di sorveglianza, divieti di accesso. Almeno che anche per il Raganello non sia necessario l’Esercito, oltre che Carabinieri e Vigili del Fuoco (i nuovi Santi italiani…).

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