BARI - Gli addetti ai lavori la considerano il naturale serbatoio di medaglie dell’atletica leggera azzurra e la marcia, specialità spesso dimenticata e ridimensionata non si sottrae mai alla sua storica tradizione. È successo anche a Tokyo due anni orsono quando due delle cinque medaglie olimpiche del metallo più prezioso conquistate dall’Italia hanno portato la firma di due marciatori azzurri, per giunta entrambi pugliesi: Massimo Stano e Antonella Palmisano, poliziotto il primo, finanziera la seconda, a distanza di due giorni, il 6 e l’8 agosto, si vestirono d’oro ed il sogno è quello di rivederli tra pochi giorni ancora una volta protagonisti sulle strade di Budapest. Alla vigilia dei campionati del mondo che prenderanno il via il 19 agosto, Stano, Palmisano e l’altro finanziere di Andria, Francesco Fortunato, partiranno dall’Italia consapevoli di essere nel novero dei favoriti. Tra le altre cose, nella lista dei convocati diramata lunedì sera dal settore tecnico nazionale della Fidal, sono gli unici tre atleti a rappresentante la Puglia nell’avventura iridata.
MASSIMO STANO - In molti si chiedono come sta Massimo Stano. «Massimo Stano sta bene, qualche piccolo acciacco di routine però niente che mi limiti. Mi sto allenando bene, il grosso del lavoro è stato fatto nei due periodi che ho trascorso in altura in Abruzzo, ora siamo ad Ostia per rifinire la preparazione, ormai manca poco e vediamo un po cosa succede». Campione olimpico della 20km e campione del mondo della 35km, una eredità pesante alla vigilia dei mondiali che fa di Stano l’uomo da battere. «Sicuramente le mie ambizioni sono molto alte, come ho già detto l’idea è quella di provare a segnare una doppietta mondiale, un doppio oro che comunque potrebbe far si che il nome Massimo Stano possa rimanere ancora più impresso nella storia, sarebbe una mia grandissima soddisfazione personale. So che avrò un mirino grande quanto tutte le mie spalle e vediamo, ci sarà da divertirsi perché il livello è molto alto sia sulla 20 sia sulla 35».
Cinque giorni dopo la 20km in programma la 35, una doppia fatica sulla via della gloria. «Diciamo che non deciderò dopo la 20 se fare o meno anche la 35 perchè l’obiettivo è ben saldo in mente e quindi sicuramente le farò entrambe». Nelle ultime settimane è rimasto lontano dai riflettori per ultimare la preparazione, segno di grande maturità e consapevolezza. «Non è dipeso da me l’essere rimasto lontano dai riflettori, poca gente mi ha cercato e non ho fatto nulla per farmi cercare per rimanere concentrato sulla preparazione per questi mondiali». Molte le insidie che bisognerà affrontare in gara e tanti gli avversari accreditati al successo nelle due prove. «Gli avversari più pericolosi sulla carta saranno senza dubbio i giapponesi, sia sulla 20 sia sulla 35km, molti doppieranno come lo spagnolo Martin e lo svedese Karltrom, anche loro sono delle insidie e come ho già spiegato il livello sarà molto alto. Ci sarà Pintado, ci sarà Arevalo, che è il campione mondiale 2017 di Londra sulla 20km. Ci sarà veramente tanta gente e non dimentichiamoci di Francesco Fortunato, bisognerà tenere sotto occhio anche lui perchè ormai è cresciuto, finalmente, e questa cosa mi da tanta gioia, chi lo sa, magari potremmo giocarci l’oro noi due, chi lo sa»? Strategia si-strategia no, gli appassionati del tacco e punta sono fiduciosi, difficile fare un pronostico. «Non ho studiato nessuna strategia perché ogniqualvolta se ne studia una in gara poi succede tutto l’opposto. Le variabili sono imprevedibili e quindi solitamente mi affido al mio istinto, cerco di leggere la gara dal mio interno e capire quali sono le dinamiche e quali le mosse migliori in quel momento. La mia aspirazione è quella di fare la doppietta per avvicinare il polacco Korzeniowski che ha vinto otto ori di fila tra mondiali, europei e olimpiadi ma il mio mito rimarrà sempre Ivano Brugnetti. Sono molto curioso di vedere come andrà, mi sono allenato molto bene in questi mesi ma ho raccolto poco».
FRANCESCO FORTUNATO - Un 2023 in crescita continua per Francesco Fortunato, neo campione italiano sulla 10km a Molfetta. «Quest’anno sono cresciuto tanto centrando tutti gli obiettivi che mi ero prefissato fino al titolo italiano di Molfetta, non posso che essere soddisfatto, ovviamente manca l’obiettivo più importante». Senza alcun dubbio è l’azzurro più in forma in questa prima parte della stagione. «Non credo di essere tra i favoriti, ci sarà gente molto forte ma non mi sento inferiore a nessuno e cercherò di giocarmi le mie carte senza troppe pressioni». A Molfetta è sembrato avere un passo in più, i mondiali saranno un’altra cosa. «Sicuramente sarà un’altra storia, un altro approccio, il livello sarà diverso, impossibile fare paragoni, certamente non posso aspettarmi di fare una gara gestita e sotto controllo come agli assoluti e sicuramente sarà una gara sofferta fin dalle prime battute».
Come per Massimo Stano tanti gli avversari da battere. «In questo momento ci sono una decina di atleti che possono andare a medaglia con i giapponesi, Massimo Stano e lo svedese Karlstrom ma tra questi non posso mancare io naturalmente. L’incognita verrà dal clima se sarà caldo umido ma manca troppo per fare una previsione che potrebbe condizionare la prestazione». Fratelli di marcia si, diversi nell’approccio alla gara. «Ho già in mente una strategia-gara ma non voglio favorire i giapponesi miei avversari, perciò la terrò per me. Mi serviranno più piani gara, dovrò farmi una idea e dovrò essere pronto a cambiare strategia in itinere».
ANTONELLA PALMISANO - È il grande enigma della vigilia, rientrata in Coppa Europa a Podebrady con un eccellente secondo posto. «Non vedo l’ora di gareggiare perché sono due anni che aspetto questo momento per riprovare quelle emozioni che la marcia mi sa dare. Non nego che dopo l’operazione di un anno fa e dopo la recidiva successiva non sento più quelle sensazioni negative ma avverto quella di una gamba non completamente gestibile. In questi mesi mentalmente non è stato facile, è stato un periodo difficile nel quale avevo anche pensato di smettere ed in questo mi ha aiutato il mio allenatore anche se vivo costantemente con questa sensazione di aver perso la spensieratezza, ma cercherò di viverla al meglio». A Tokyo fece sognare l’Italia, i suoi fans sperano accada anche a Budapest. «Ho sognato anch’io, mi auguro che risucceda, ci siamo allenati in proiezione dei mondiali e di una medaglia, non potrebbe essere diversamente ma saranno due gare differenti anche se la condizione non sarà la stessa di Tokyo, ne sono cosciente ma non mi tirerò indietro e darò il massimo».
In Ungheria difficile fare pronostici. «Mi aspetto una gara sul ritmo ed al limite dei miei tempi con la Kimberly e la Perez a dettare i ritmi considerando temperature non eccesivamente alte». A Budapest sarà la campionessa olimpica e tanta sarà la pressione. «Tokyo è ancora viva ed il mio rientro è stato più che positivo, quasi un miracolo. Ho sempre pensato a superare i miei limiti senza pensare alla pressione esterna e senza pensare troppo alle avversarie, spero che anche questa volta sia così e di riuscire a gestire i miei scheletri nell’armadio provando anche a divertirmi perchè, ripeto, sono due anni che sognavo di poter essere di nuovo presente ad un mondiale».