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«Fatta la legge
sul Terzo settore
ora c'è tanto da fare»

 
Rita Schena

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Rosa Franco

Rosa Franco

Rosa Franco presidente del Centro di servizi territoriale al volontariato San Nicola di Bari, traccia un bilancio anche alla luce del meeting che si è tenuto un paio di mesi fa nell'Ateneo barese

Lunedì 05 Febbraio 2018, 10:49

di RITA SCHENA

BARI - «Il volontariato è gratuità». Lo ripete più volte Rosa Franco presidente del Centro di servizi territoriale al volontariato San Nicola di Bari, quasi a sgombrare ogni idea contraria da parte di chi avanza rivendicazioni su eventuali «diritti negati». Perchè a volte capita: chi si associa volontariamente per qualsiasi attività, poi un corrispettivo magari se lo aspetta, e quando questo non arriva scatta la protesta.
«Anche per questo noi puntiamo molto ad organizzare momenti aggregativi attorno a testimoni che raccontano il loro percorso – sottolinea la Franco – esperienze gratuite di donazioni, come è accaduto durante l'ultimo Meeting del Volontariato che si è svolto a Bari un paio di mesi fa».
Il tema del meeting era esattamente «relazioni di gratuità» e puntava proprio a chiarire la scelta di donarsi, cercando di attrarre quanti più giovani possibili. Anche il dove organizzarlo, l'Ateneo di Bari, è stata una scelta per andare incontro ai giovani in un luogo che li forma ed insegna valori.
«Abbiamo ricevuto una buona risposta di pubblico e visibilità – racconta Rosa Franco – anche se nel volontariato di “casa nostra”si risente della mancanza di una educazione specifica, di una rete sociale di supporto. La legge di riforma del Terzo settore è entrata in vigore nel luglio del 2017 e siamo ancora in attesa dei decreti attuativi. Questo ci tiene sospesi senza la possibilità di avviare progetti specifici, invece c'è necessità di lavorare di più. Tanti, troppi giovani non fanno volontariato perchè non sono educati culturalmente a farlo».

Probabilmente anche la mancanza di lavoro non rema a favore. Le energie dei più giovani sono spese nella ricerca di un impiego e quando non si vede un porto tranquillo si è meno propensi a tendere una mano a chi ha situazioni complicate da affrontare.
«Il volontariato è una esperienza che serve a farti crescere come persona, un'esperienza per la vita che cambia anche la comunità – spiega la Franco – la ricerca di un lavoro non deve essere un alibi. Oggi poi il Terzo settore sta cambiando pelle, ha bisogno di competenze e deve imparare, specie da noi al Sud, a dialogare e lavorare insieme. C'è bisogno di sforzi comuni da parte delle varie associazioni per partecipare ai bandi e si deve far rete per riuscire a reggere. In questo momento le risorse che gli Enti dedicano sono praticamente nulle, ogni amministrazione comunale ha bilanci così risicati che c'è ben poco da dare alle associazioni, ecco perchè è ancora più importante mettersi insieme tra amministrazioni, società civile, associazionismo, come si sta facendo in alcune realtà della provincia come “Ruvo solidale”».
Educazione, gratuità, rete, tre parole chiave attorno a cui gravita il mondo del volontariato che però ha anche bisogno di serietà, senzo del dovere e professionalità. Da fare ce n'è tanto bisogno, specie in ambito ambientale, ambito un po' “Cenerentola” nel meridione.

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