LETTERE ALLA GAZZETTA

Tempi di guerra a Gorino

Paolo Izzo, Roma

L’esercito era interamente impegnato sul fronte meridionale, così i cittadini si riunirono e decisero rapidamente: avrebbero costruito una barricata sulla via di accesso al paese. Dovevano difendersi, pur consapevoli che l’invasione sembrava inarrestabile. I nemici arrivavano da tutte le parti, soprattutto via mare e alcuni di loro, presi dalla foga dell’assalto, si suicidavano annegando. Ma niente fermava quella massa: i selvaggi si sparpagliavano nelle città, si insediavano nei posti di lavoro più ambiti, disturbavano la placida calma degli abitanti autoctoni con un linguaggio sconosciuto e guardavano con insistenza le loro donne, sicuramente con l’intenzione di violentarle. Dalla televisione avevano saputo che, benché arrivassero disarmati, i nemici sapevano organizzarsi per progettare eclatanti attentati, fingendo di riunirsi per professare un’altra religione.

Paolo Izzo, Roma

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