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Niente social, solo musica: ecco Rift, la discoteca tra le cave che fa ballare San Giorgio Ionico

 
CARMEN PALMA

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CARMEN PALMA

Benvenuti nell'ultima frontiera del clubbing

Giovedì 31 Luglio 2025, 04:00

È l’ultima frontiera del clubbing: quella di fare musica in siti naturali, in particolare nelle cave di pietra che, all’alba, tra le luci del sole e quelle da discoteca, si trasformano in luoghi suggestivi, immortalati nelle stories dei tanti frequentatori. Esempi di questo genere non mancano in Puglia: l’ultimo ad aver aperto le danze è il Rift, un’arena per la musica in una delle cave di San Giorgio Ionico, nel Tarantino. A dare vita alla discoteca nella cava di tufo nei pressi delle tagghjate sono stati due giovani del posto, Antonio Marasco e Luca Pavone: «Volevamo avere un posto nostro - raccontano -, volevamo offrire qualcosa di nuovo ai giovani della nostra terra. Partire da qui non è stato facile, anzi. Abbiamo dato nuova vita alla cava, ci abbiamo investito tanto. Ora, i ragazzi potranno trovare serate del genere vicino casa e non saranno costretti a cambiare provincia». La discoteca ha aperto da pochissimo. Tra gli artisti ospiti di questa prima stagione: Dosamis, Vanco, Sasson, Lilya Mandre.

«La nostra idea era di dare vita a un movimento sano, perché sì, anche il clubbing è cultura - aggiungono - Nulla a che vedere con l’idea di “discoteca selvaggia” che alcuni potrebbero farsi. Vogliamo essere un’attrattiva incredibile per il nostro territorio, e al momento il riscontro è stato molto positivo, sono venuti molti ragazzi anche da fuori provincia e fuori Italia, persino dall’Uruguay! Noi organizziamo eventi anche fuori zona, sarebbe stato facile scegliere la Valle d’Itria che è più turistica. Ma ci teniamo a far crescere anche il nostro territorio».

«Ma non chiamateci Badawi 2.0, non volevamo copiare nessuno», precisano i fondatori del Rift. Il Badawi, la discoteca nelle pietre calcaree di Fasano, è l’esempio più noto di questo genere di esperienza in Puglia. Ad accrescere la sua fama sono state soprattutto le condivisioni sui social, tanto che è impossibile non incappare, su TikTok o Instagram, nei video girati all’alba nella cava naturale fasanese, con ormai il celebre slogan: «Sono le 7 del mattino al Badawi, sei felice e lo sai».
Al contrario, sui social è difficile trovare molte fotografie del Rift: «Ci piace l’idea dell’esclusività, ma soprattutto del vivere a fondo l’esperienza. Non ci interessano i social, ma non è un problema se i frequentatori del Rift vogliono condividere le nostre serate sul web. Ma nei video che giriamo noi, si vede la gente impegnata soltanto a ballare, nessun cellulare all’orizzonte». Insomma, la musica al centro: «Stiamo portando qui ospiti internazionali, artisti che non sono mai venuti in Italia o al Sud».
Complesso di vecchie cave di tufo dismesse dalla metà degli anni Cinquanta, le Tagghjate (da "tàgghju", voce dialettale corrispondente all'italiano "taglio") a valle del versante Ovest del Monte Belvedere, sono candidate ad essere Luogo del cuore con il logo del Fai (Fondo per l’ambiente del Fai). Ma l’area dove sorge il Rift è privata e non propriamente attigua allo spettacolo naturalistico in questione: «C’è una soluzione di continuità significativa tra la discoteca e la zona delle Tagghjate - spiega Antonio Blasi, proprietario del sito -, nel mezzo, per intenderci, ci sono un maneggio, un cantiere, una prima particella che mi appartiene e poi il Rift. Alcune delle notizie che girano sono mendaci e faziose: al momento non mi è stato notificato alcun provvedimento sulla rimozione della scritta “Rift” dalla roccia, dove tra l’altro è stato affisso con dei chiodi rimovibili. Non c’è alcun impatto ambientale: un punto fondamentale nell’accordo tra me, Marasco e Pavone era proprio che il paesaggio dovesse rimanere immutato. Il mio sito, inoltre, non può far parte del percorso naturalistico che l’amministrazione comunale intende progettare». E Marasco e Pavone precisano: «Con il sindaco i rapporti sono assolutamenti distesi».

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