TARANTO - La chiamano «salamastra», ma si tratta di salnitro o nitrato di potassio, quella sostanza bianca che incrosta le pareti umide. Di solito ad averci a che fare sono gli speleologi nelle grotte, ma al rione Salinella sono gli inquilini delle case popolari che periodicamente devono grattarla via della pareti delle cantine.
In via Lago di Monticchio i residenti degli edifici di Arca Jonica si dicono abbandonati a loro stessi e si stanno abituando agli avvallamenti nei marciapiedi, all’umidità che sale dalle cantine e perfino ai muri ingrossati e pieni di crepe.
Nella palazzina I-B hanno una pompa sommersa nello scantinato per tirare via l’acqua che fuoriesce da sotto il pavimento, che va a finire nella fogna. Sul muro del pianerottolo del piano romano, sono attaccate con lo scotch le ricevute delle bollette pagate con la divisione del dovuto per famiglia. Hanno appeso anche una festosa ghirlanda natalizia alla porta della cantina, per raccontare la dignità nonostante il degrado. Di fronte, invece, vivono senza acqua corrente. Non hanno potuto pagare le bollette e così ogni mattina un commerciante gentile del mercato coperto riempie loro i bidoni, unico sostentamento per lavarsi e vivere.
«Mi dispiace solamente che dal giornale non si possa sentire la puzza con cui siamo costretti a vivere ogni giorno». Katia Bellacicco è l’inquilina di una delle case popolari, abita anche lei in via Lago di Monticchio, qui il numero civico lo scrivono con la bomboletta accanto al portone. Ci tiene a sottolineare che la sua è una delle palazzine meglio conservate, perché lei e gli altri condomini provvedono da soli a espletare i lavori necessari al decoro dell’immobile. Il problema è che tre anni fa, per un lavoro alla fognatura dell’edificio accanto, è stato aperto lo sportello d’ispezione nel vano scale, mai richiuso, da cui passano topi, blatte e soprattutto un cattivo odore acre e persistente, che risale anche dagli scarichi dei sanitari e lavandini. La cisterna e la motopompa sono state spostate e le grate che le custodivano sono state adagiate sul pavimento. All’esterno, alle spalle del palazzo, un altro sportello è stato rimosso, il pavimento divelto in due punti, ma i lavori non sono mai terminati. Anche qui gli inquilini hanno visto i topi. Desiré abita al primo piano e quest’estate un ratto trovato negli stipi della cucina le ha morso un piede.
Non c’è un cartello che indichi chi sia l’ente responsabile del cantiere. I condomini parlano di Acquedotto Pugliese, ma in realtà non ci sono indicazioni in merito. «Hanno lavorato un giorno – racconta Katia – e poi non si sono più visti. Noi però dobbiamo vivere così, per questo abbiamo fatto mille volte richiesta all’Arca, al Comune, ai Vigili Urbani. Ci siamo trovati i topi dentro casa, scarpe mangiate, per passare dal portone dobbiamo indossare la mascherina. Per l’ennesima volta sto facendo questo appello speriamo che si sveglino perché è un’indecenza». In questo quartiere quasi tutti pagano luce, acqua e le altre bollette, qui ci lavoriamo e viviamo e vogliamo una qualità della vita migliore per i nostri figli».
Solo pochi giorni fa, Arca Jonica ha comunicato di aver intercettato fondi per 33 milioni di euro da utilizzare per gli alloggi popolari: una speranza per chi vive In via Lago di Monticchio. Forse l’ultima.