Sabato 06 Settembre 2025 | 20:02

Bari, oggi il San Nicola ortodosso: Basilica aperta per 130 fedeli

 
Francesca Di Tommaso (foto Luca Turi)

Reporter:

Francesca Di Tommaso (foto Luca Turi)

Il messaggio di padre Distante (riconfermato priore): «Continuiamo ad amarci»

Sabato 19 Dicembre 2020, 10:50

Nel segno della continuità e dell'eredità del passato rivolte ad un presente di preghiera, accoglienza e ascolto della Parola. E di sé stessi. È stato affidato nuovamente a Padre Giovanni Distante l'incarico di priore del convento nella basilica di San Nicola. La guida rimarrà nelle sue mani fino al 2023, dopo la decisione presa dalla Comunità dei frati domenicani della basilica barese riunitisi in Capitolo per eleggere il nuovo priore a seguito della scadenza triennale del mandato.

«Il mio non rappresenta un nuovo incarico come Rettore – commenta schivo padre Giovanni Distante -. È stato praticamente rinnovato il mio mandato di priore della comunità, fino al 2023. Il Rettore o Priore è responsabile della basilica e presiede nella carità sia in basilica che in comunità. Il suo primo impegno è diffondere il culto di San Nicola e accogliere i pellegrini che arrivano da ogni parte del mondo, ad onorare le reliquie del santo più venerato della cristianità dopo la Vergine Maria. La sua prima preoccupazione è la basilica. In quanto priore di una comunità di domenicani ai quali è stata affidata la basilica, il nostro primo impegno è presiedere nella carità e nella comunione dei frati. E comunque siamo abituati a decidere e programmare sempre in modo comunitario. Attualmente siamo 17 domenicani, 4 giovani studiano, 3 all'istituto Santa Fara e uno all'istituto Ecumenico».

Oggi, secondo il calendario Giuliano, ricorre il «San Nicola dei russi»
«Per le celebrazioni ortodosse oggi la basilica resta aperta -. spiega padre Distante – A celebrare c'è il Metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. Diamo la possibilità ai nostri fratelli russi di celebrare la loro liturgia, pur nel rispetto delle misure anti Covid: al raggiungimento delle 130 persone l'ingresso sarà chiuso. Confidiamo nel fatto che l'afflusso di pellegrini e fedeli sarà sicuramente meno numeroso di quello che sarebbe stato il 6 dicembre».

Per il religioso originario di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, si tratta della quarta volta come priore della pontificia basilica di San Nicola, dopo i mandati dal 1993 al 1999 e dal 2017 al 2020 e dopo le esperienze di sottopriorato dal 2014 al 2017.

Il triennio appena concluso è stato difficile e importante su tanti fronti
«Abbiamo avuto incontri d'importanza storica. Per la prima volta il Vescovo di Roma, il Papa, ha seduto attorno a un tavolo con i patriarchi dell'Oriente cristiano. E ancora, per la prima volta il Papa si è incontrato, sempre nello stesso luogo, la basilica, con le rappresentanze delle chiese di 21 Paesi del Mediterraneo. Questo ha richiesto da parte nostra un impegno per il discorso dell'ecumenismo interno all'unica Chiesa di Cristo e poi, in relazione al Sinodo di febbraio composto solo da vescovi cattolici, il discorso della pace del Mediterraneo internamente alla chiesa cattolica».

Poi si è messa di mezzo la pandemia, a rimodulare il rapporto del fedele con San Nicola...
«La pandemia l'abbiamo avvertita in modo diretto e forte subito dopo la partenza del Papa a febbraio. Ormai è da un anno che il Covid non ci consente di entrare in rapporto diretto con i fedeli. Una sensazione molto dolorosa. Così come l'aspetto del pellegrinaggio e del venir meno del turismo religioso: anche quello è un mezzo per avvicinarci ai fedeli. Invece abbiamo dovuto celebrare sia la festa di maggio che di dicembre a porte chiuse».

Cosa chiediamo ora a San Nicola
«Che continui a far sentire la sua presenza. Che continui ad amarci e voler bene. Anche in questo momento di crisi ha fatto sentire la sua voce. Solitamente noi siamo sensibilizzati a preoccuparci degli altri. Ecco; in un momento triste come questo, siamo stati invitati a preoccuparci anche di noi stessi. In realtà dovrebbe essere l'impegno primo, ama il prossimo tuo come te stesso: io posso amare l'altro solo se amo me stesso. La pandemia ci ha dato la possibilità di “entrare” in noi stessi per vedere come crescere bene e insieme agli altri».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)