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Bari, in attesa del Papa, chiuso il meeting dei vescovi del Mediterraneo

 
Redazione online

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All'incontro nel teatro Petruzzelli anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli:«Basta ad un Mediterraneo trasformato in un cimitero di profughi»

Sabato 22 Febbraio 2020, 19:03

19:15

BARI - Dalle visioni diverse, di 60 presuli cattolici dei 20 Paesi affacciati sul «Mare nostrum», è scaturita una posizione comune. E domattina verrà posta nelle mani del Papa, che arriva a Bari - saranno presenti anche il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte - per concludere questo primo incontro dei vescovi del Mediterraneo, promosso dalla Cei, e accogliere le loro proposte, rivolte principalmente agli interlocutori politici, contro i conflitti, i traffici di armi, sul tema migranti, oltre che alle comunità cattoliche sulla convivenza e il dialogo con le altre fedi, Islam in primis, contro il radicarsi di ogni fondamentalismo.

POPOLI DEL MEDITERRANEO NON PIU' RIVALI

Il Mediterraneo torni ad essere una frontiera di pace e i popoli che abitano sulle rive del Mediterraneo non siano più rivali inteso come nemici, ma gli abitanti delle rive che stanno di fronte, quindi amici». Lo ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti, intervenendo nel teatro Petruzzelli di Bari all’evento «Sulla stessa barca» che ha chiuso il meeting dei vescovi del Mediterraneo, i quali oggi hanno sottoscritto un documento che sarà consegnato domani a Papa Francesco che sarà a Bari per celebrare la messa in piazza Libertà.

Nel teatro, dinanzi a una platea di quasi 70 vescovi e patriarchi, istituzioni e cittadini, si sono susseguiti testimonianze e musica sul tema dell’integrazione e dell’accoglienza. Il cardinale Bassetti ha richiamato le parole pronunciate poco prima sullo stesso palco dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ringraziandolo «per le prospettive di speranza che ha aperto. Speriamo - ha detto Bassetti - che queste parole possano trovare accoglienza nel Parlamento europeo e così quello che è un progetto di pace diventi l’attuazione di una profezia in cui noi crediamo e che desideriamo profondamente».

SASSOLI: «FAR LEVA SU QUESTO MARE PER COSTRUIRE PONTI»

«Abbiamo bisogno di interrompere i traffici di armi e di mettere l’accoglienza al centro della nostra azione. Un’Europa distratta sul Mediterraneo rischia di trovarsi nello spazio europeo molti problemi in più», afferma il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, oggi a Bari per l’incontro.

Non era scontato che qui, tra i vescovi, un’intesa unanime si trovasse. «E' stato un incontro veramente di una fraternità totale - commenta il suo ideatore, il cardinale Gualtiero Bassetti -. Le problematiche dei nostri Paesi le conosciamo, quello che è emerso come maggiore desiderio da parte di tutti è continuare». «Se no - prosegue - sarebbe una cosa bellissima che rimane lì, magari utile. E quindi adesso abbiamo questa sfida di trovare forme per continuare, in modo che l’iniziativa si traduca soprattutto a favore dei giovani, della famiglia, della pace, contro la produzione delle armi. Ed è così perché bisogna anche trovare gli strumenti per favorire la pace».

BASSETTI: «RIVEDERE I DECRETI SICUREZZA»

In tema di accoglienza ai migranti e di corridoi umanitari, Bassetti ha detto in conferenza stampa che «bisogna fare distinzione tra migranti e profughi, o si crea una grande confusione». «Il fenomeno migratorio c'è sempre stato, anche oggi tanti giovani partono dall’Italia, purtroppo, ma non sono profughi - ha osservato -. I profughi hanno motivi per partire, la guerra, la persecuzione, sono costretti. I corridoi ben vengano, riguardo a questa categoria di persone. Per loro c'è bisogno di accoglienza, di accompagnamento, quello di cui parla il Papa».
Il presidente della Cei, ad esempio per chi proviene dalla Siria, ha auspicato anche «il coinvolgimento delle famiglie», o il fatto che i giovani «siano accolti in comunità giovanili». "Accogliere non basta - ha detto -. Bisogna creare attorno a queste persone un clima di affetto, di famiglia».

«Per me la cosa più bella - dice Bassetti - è che tutti noi vescovi che abbiamo partecipato siamo convinti che questo sia solo l’inizio di un cammino che è necessario intraprendere per dare risposta col Vangelo, perché la nostra arma è il Vangelo, ai problemi dell’area, della Chiesa e della società». «Questa è la prima tappa - assicura -. Dio non ha fatto tutto in un giorno, il primo giorno creò la luce, e in questi giorni si è fatta luce: sulla nostra conoscenza reciproca, sui rapporti, sui problemi di ciascuno». «Prima ci dicevamo fratelli per titolo - aggiunge -. Dopo queste giornate ci diciamo fratelli perché lo siamo realmente, per quello che abbiamo vissuto».

BASSETTI: «NON MI DIMETTO, DIPENDO DAI VESCIVI E DAL PAPA»

La mia vita è nelle mani di Dio. Sono stato nominato dai vescovi nell’assemblea di tre anni fa e il Papa ha convalidato questa nomina. Io sono un dipendente dei vescovi e del Papa. Se intervengono cose che riguardano la mia salute e la capacità fisica vedremo: ho 78 anni, ma cercherò di adempiere al compito che mi è stato dato». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha risposto ai giornalisti se l’Incontro dei vescovi del Mediterraneo a Bari sarà l’evento conclusivo del suo mandato di presidente, che poi rassegnerà. «Non me lo son dato, perché io avrei preferito vivere diversamente i miei anni, ma mi è stato dato - ha sottolineato -. Concluderlo non dipende da me, ma eventualmente dalla mia salute, o dal Papa che dice di 'fare largò. Ma io, comunque, di salute sto bene».

«Questo incontro - ricorda Bassetti - nasce dal cuore e dalla profezia di Giorgio La Pira. La prima cosa che mi colpì, nel '58-'59 quando preparava i suoi 'Colloqui del Mediterraneò, è la sua frase che 'il Mediterraneo ritorni ad essere quello che fù, un’ispirazione venuta dal Signore». A proposito, poi, del documento finale, che domani sarà consegnato a papa Francesco, il presidente della Cei sottolinea che «la notte ha davvero portato consiglio, è stata efficace la nostra preghiera. Stamattina siamo arrivati a una conclusione di un punto d’appoggio sostanzioso. Non ne parlo, è ancora in fieri, ma abbiamo scritto stanotte una pagina veramente bella».
Dentro, osserva, «c'è l’amore dei pastori, l’incarnazione dei pastori nelle loro Chiese. Noi vogliamo essere , come dice il Papa, 'pastori con l’odore delle pecorè, in Italia in un modo, in Iraq in un altro e così via». Poi «l'introduzione dice espressamente che il discorso non finisce qui, è un incipit. Troveremo le forme perché il discorso sia continuato. Tutto quello che è necessario fare per una solidarietà fraterna tra le Chiese del Mediterraneo». Bassetti spiega comunque che «proprio perché dovevamo approfondire le tematiche, non sono stati ancora calendarizzati altri incontri. Ma fin da oggi s'apriranno tavoli di studio perché ci sia una corrente che coinvolge tutte queste Chiese, e magari tutto confluisca in un ulteriore incontro». Il presidente Cei propone in particolare di «costituire forum di persone per affrontare i problemi emergenti, primo fra tutti quello della pace». «Essere operatori di pace - conclude -, questo è il compito fondamentale di coloro che annunciano il Vangelo».

Perché il Mediterraneo torni davvero ad essere una «frontiera di pace».

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