Si è da poco conclusa la terza campagna di scavo presso il sito fortificato di Torre dell’Alto, nel territorio di Nardò, e i risultati restituiscono ancora una volta importanti testimonianze della vita nell’Età del Bronzo, tra il 1500 e il 1000 a.C. L’intervento si inserisce all’interno del progetto di studio sul Distretto della Preistoria di Nardò, ed è condotto sotto la direzione scientifica del prof. Francesco Iacono (Università di Bologna, Dipartimento Storia Culture Civiltà), in collaborazione con la dott.ssa Milena Primavera (Università del Salento) e con il Museo della Preistoria di Nardò.
Gli scavi, svolti su concessione ministeriale e cofinanziati dal programma europeo Next Generation EU (nell’ambito del progetto “Mediterranean Coastal Lifestyles and Mobility”), hanno portato alla luce nuovi importanti reperti, offrendo una finestra concreta sugli stili di vita delle comunità costiere del Mediterraneo centrale tra 4.000 e 3.000 anni fa.
Le indagini si sono concentrate in due settori già oggetto di precedenti esplorazioni, e hanno confermato la presenza di tracce di occupazione risalenti alla media e tarda Età del Bronzo. Tra le scoperte di maggiore rilievo, spicca il ritrovamento di un pugnale in bronzo, assieme a diversi manufatti metallici e a un ingente numero di reperti ceramici. In una delle aree è emersa anche una muratura interna, probabilmente parte di un ambiente domestico o difensivo all’interno della struttura fortificata, databile – secondo le prime analisi – alla fine del Bronzo Medio.
Questi elementi vanno ad aggiungersi ai reperti delle precedenti campagne, che avevano già evidenziato connessioni culturali tra l’area salentina, il mondo egeo e l’Italia settentrionale, rafforzando l’ipotesi di un territorio crocevia di scambi e influenze già in epoca preistorica.
I nuovi dati raccolti confermano ancora una volta il ruolo centrale del territorio di Nardò come area chiave per comprendere le trasformazioni ambientali e culturali che hanno interessato la Puglia fin dalla preistoria. Il progetto, parte integrante del più ampio piano di ricostruzione dei paesaggi stratificati del Distretto della Preistoria, mira a costruire una narrazione sempre più dettagliata e articolata della storia antica del Salento.
Con la conclusione di questa terza fase, il Distretto della Preistoria si consolida come un polo scientifico e culturale di riferimento per l’archeologia del Mediterraneo, contribuendo a valorizzare un patrimonio ancora in larga parte da scoprire.