Sabato 06 Settembre 2025 | 22:00

Salento, a Giuggianello le cento candeline di Remo Bolognino, maresciallo dell’Arma Carabinieri

 
Redazione online

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Uno dei suoi arresti più significativi quello di un condannato all’ergastolo perché autore della strage del Flumendosa in cui persero la vita 5 Carabinieri di scorta.

Venerdì 02 Febbraio 2024, 18:22

20:08

GIUGGIANELLO (LECCE) - L'impegno di oggi, dopo una vita trascorsa tra carriera militare e famiglia, è solo spegnere 100 candeline per il suo compleanno. Per questo, nell'abitazione di Giuggianello del già Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Remo Bolognino, a porgergli gli auguri a nome di tutti i Carabinieri è arrivato il Comandante Provinciale di Lecce, Colonnello Donato D’Amato, accompagnato dal Comandante della Stazione di Muro Leccese.

Per Bolognino parole di stima e gratitudine sono giunte anche dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale C.A. Teo Luzi, che, nell’omaggiarlo del crest raffigurante l’emblema dell’Arma, in una lettera ha riportato la sua profonda riconoscenza per la dedizione dimostrata. Parole di stima e compiacimento sono giunte anche dal Comandante Interregionale Ogaden di Napoli, Gen. C.A. Antonio De Vita, che nel porgergli i più fervidi auguri di buon compleanno, ha rinnovato i sentimenti di riconoscenza per gli anni trascorsi con gli alamari al servizio del paese.

Bolognino si arruola nell’Arma dei Carabinieri Reali nel 1942, nel pieno del secondo conflitto mondiale. Dopo aver frequentato la Scuola di formazione degli Allievi Carabinieri di Roma viene destinato in Sicilia, dove nel corso dello sbarco degli Americani gli viene ordinato (come a tutti i Carabinieri ed ai Marinai presenti sull’isola) di “sbandarsi”. Viene preso prigioniero dagli americani per poi essere rilasciato dopo alcuni mesi. È rimasto “sbandato” fino al 1944, anno in cui, richiamato in servizio, gli viene affidato il compito di combattere le bande armate nella Sicilia Orientale.

Trasferito prima in Veneto e poi in Sardegna, presta servizio presso le Squadriglie appiedate operando numerosi arresti tra cui quello più significativo di uno condannato all’ergastolo perché autore della strage del Flumendosa in cui persero la vita 5 Carabinieri di scorta. Nel 1960 fu trasferito in Puglia con destinazione Andria. Dopo qualche tempo riesce ad arrestare un latitante andriese ricercato per omicidio. Giunge in sottordine presso la Stazione Carabinieri di Porto Cesareo che comanda per alcuni anni prima di conseguire la qualifica di sottufficiale per poi terminare il servizio attivo nel 1979 presso la sezione di P.G. di Gallipoli.

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