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Bari scende in piazza in protesta contro la guerra. E Decaro espone la bandiera dell'Ucraina

 
Redazione online

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In migliaia si sono riuniti, tra cori e striscioni, per esprimere il loro dissenso per l'invasione russa

Sabato 26 Febbraio 2022, 10:27

21:21

La manifestazione contro la guerra ha «invaso» anche Bari: un migliaio di persone stanno partecipando in queste ore alla protesta, tra cui gli onorevoli Marco Lacarra e Francesco Boccia. Il sindaco Decaro ha esposto anche la bandiera Ucraina, che sventola dal balcone del Comune.

«Siamo con il cuore con i nostri fratelli, le nostre famiglie. Lotteremo sempre per un’Ucraina libera. Siamo un paese pacifico. A noi serve il vostro aiuto. L'Europa ci deve aiutare». La comunità ucraina di Bari è scesa in piazza per chiedere la pace. "Abbiamo paura - dicono - Putin deve lasciare la nostra terra. Tutto il mondo dovrebbe invidiare i nostri patrioti, che stanno lottando da soli e morendo per difendere la nostra terra. La nostra missione oggi, in queste piazze, è far aprire gli occhi a tutto il mondo. Noi siamo il vostro domani». Striscioni, bandiere e cartelli contro la guerra, alcuni con il volto di Putin e la scritta «Killer», altri con mani sporche di sangue. La manifestazione, organizzata dal comitato per la pace di Bari che riunisce un centinaio di associazioni, sindacati, partiti e movimenti, ha riunito sindaci, attivisti, cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali.

«Ai militari russi chiediamo: lasciate le armi, tornate dalle vostre famiglie, vivete e date un futuro ai vostri figli». Dal palco di piazza Libertà a Bari, Andrii Aleksandruk, rappresentante della comunità ucraina nel capoluogo pugliese, lancia un appello «ai fratelli russi perché si ribellino alla guerra». Si rivolge anche «alle mamme russe: parlate con i figli figli al fronte, ditegli di tornare a casa, di abbandonare i fucili. Fermate la guerra». Andrii si rivolge anche alla Nato: «Chiuda lo spazio aereo contro le bombe. Non basta parlare, serve organizzare davvero la difesa del nostro Paese, aiutarci fornendoci armi».
Sul palco della manifestazione sono intervenuti anche alcuni sindaci e rappresentanti delle istituzioni locali. «Siamo tutti ucraini» ha detto il vicesindaco di Bari Eugenio Di Sciascio. "Ho visto piangere un gruppo di donne ucraine - ha commentato il sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini - tanti giovani. Solo una grande sollevazione popolare mondiale può fermare la follia della guerra in Europa».

le parole di Francesco Boccia

LA PREOCCUPAZIONE DEI VESCOVI PUGLIESI - «I vescovi della Conferenza episcopale pugliese esprimono forte preoccupazione per il conflitto che in queste ore sta drammaticamente colpendo la popolazione ucraina e desiderano far giungere la loro solidarietà a quelle comunità che affrontano questa improvvisa ed ingiusta situazione di sofferenza. Nello stesso tempo manifestano vicinanza ai fratelli dell’Ucraina e della Russia presenti sul nostro territorio e che certamente seguono con apprensione quanto accade nelle loro terre». E’ quanto si legge in una nota.
I vescovi delle diocesi pugliesi invitano inoltre «tutte le comunità ad invocare coralmente il Signore, Dio della pace, durante le celebrazioni eucaristiche di domenica 27 febbraio perché Egli tocchi il cuore e la coscienza di coloro che hanno responsabilità politiche: possa il fragore delle armi cedere definitivamente il passo al negoziato e alla pace. Come affermava il Venerabile don Tonino Bello, 'Coraggio, fratelli profeti! Diciamo che ogni guerra è iniqua. Promuoviamo una cultura di pace'».
«In piena sintonia con i vescovi del Mediterraneo, radunati a Firenze per l’incontro 'Mediterraneo frontiera di pacèe'- si legge infine nella nota - i presuli pugliesi accolgono l’invito del Santo Padre Francesco a dedicare la giornata del prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, al digiuno e alla preghiera per la pace». 

COLDIRETTI: CON STOP ARRIVI GRANO EXPORT A RISCHIO - «I prezzi del grano hanno raggiunto il massimo da 14 anni dopo che l’esercito ucraino ha sospeso le spedizioni commerciali nei suoi porti alimentando il timore di interruzioni delle forniture di grano tenero, mais e semi oleosi, con il rischio che anche la guerra dei dazi e dei blocchi delle forniture sia pagata da imprese e consumatori». E' quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento allo stop degli scambi commerciali con l’Ucraina, sottolineando che «al porto di Bari non arrivano più navi di grano tenero, per fare pane e dolci, e il mais per l’alimentazione degli animali, con l’export pugliese di prodotti agroalimentari a rischio, quando nel 2021 (dati provvisori) valeva quasi 44 milioni di euro, secondo i dati Istat Coeweb».
«Siamo deficitari ed importiamo addirittura il 64% del fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti - spiega Savino Muraglia, presidente Coldiretti Puglia - e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, perché l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 20% ma garantisce anche il 5% dell’import nazionale di grano».
L’Ucraina - conclude la Coldiretti regionale - ha un ruolo importante sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale. L'aumento di mais e soia sta «mettendo in ginocchio gli allevatori pugliesi che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi per l’alimentazione del bestiame (+40%) e dell’energia (+70%) a fronte di compensi fermi su valori insostenibili». «Con il crack delle stalle causato dall’aumento vertiginoso dei costi di produzione che mettono a repentaglio l’approvvigionamento dei mangimi per gli animali, serve un sostegno economico della Regione Puglia per dare liquidità agli allevatori e garantire la sopravvivenza stessa degli allevamenti», aggiunge Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia. 

IL COMUNE DI BARI ADERISCE ALL'INIZIATIVA 'LA CULTURA UNISCE IL MONDO' - Anche la città di Bari aderisce alla campagna digitale 'La Cultura unisce il mondo', lanciata dal ministero della Cultura per ricordare che l’Italia ripudia la guerra ed esprimere piena solidarietà all’Ucraina. L’immagine scelta dall’assessora Ines Pierucci per veicolare gli hashtag #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar è quella del prospetto del teatro Margherita che, naturalmente proteso verso il mare, rappresenta plasticamente l’idea del dialogo con l'altra sponda del nostro mare Adriatico e dell’apertura all’altro.
«L'armonia, la bellezza - dichiara Ines Pierucci - sono l'antidoto alla violenza e all’orrore e insieme la forma più alta di espressione dell’ingegno umano, comprensibili in ogni luogo, ad ogni latitudine, e capaci di resistere all’oltraggio del tempo. Oggi che le bombe e i carrarmati sono tornati nel cuore dell’Europa, costringendo decine di migliaia di innocenti ad abbandonare le proprie case e la propria vita per affrontare la paura e l’ignoto, dobbiamo essere fermi nel rifiutare la logica della guerra e della sopraffazione e pronti a offrire la nostra solidarietà al popolo ucraino. Qui a Bari vivono e lavorano moltissime donne ucraine, che in queste ore sono schiacciate dall’angoscia per le sorti dei propri cari. A tutte loro ci stringiamo idealmente. Bari è la città di San Nicola, santo che unisce e non divide. Bari è città di pace».

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