Il più piccolo teatro filodrammatico del mondo potrebbe essere stato attivo a Specchia, nel Salento.
È l’eccezionale scoperta fatta dal professor Giovanni Perdicchia, che nel corso delle sue ricerche si è imbattuto in quella che sembra riscrivere la storia dei palcoscenici pugliesi.
Come è noto, sono diversi i teatri storici nel Salento, costruiti per volere di amministrazioni o per iniziative private. A Lecce il Teatro Paisiello aperto nell’Ottocento, il Massimo costruito negli anni ’30, il Politeama Greco costruito nel 1882 e l’Apollo inaugurato nel 1912. In provincia si contano il Teatro comunale di Nardò, il Garibaldi di Gallipoli voluto da Bonaventura Balsamo, il comunale di Novoli del 1881, e il Cavallino Bianco di Galatina del 1947.
Ora tra i teatri all’italiana più antichi si inserisce anche quello di Specchia, di cui rimane traccia nei documenti a partire dal 1889 e su cui nessuno, in tempi moderni, ne aveva rilevato l’esistenza.
«Parliamo di un edificio che sicuramente ha dato prestigio alla cittadina – spiega Perdicchia - ma, come altre questioni storiche di questo importante centro, ha subito una “damnatio memoriae”».
Il primo documento rintracciato dallo storico è una delibera di consiglio del 1893 che approva la domanda di Francesco Teotini e Antonio Ripa (esponenti di antiche famiglie nobili del posto, promotori e finanziatori dell’iniziativa). Si tratta di un rinnovo della concessione quadriennale per locali comunali sfitti. Teotini (un segretario comunale) e Ripa (un ingegnere) istituirono una compagnia di filodrammatici (attori d’arte drammatica dilettanti) e a ulteriore conferma, lo stesso è citato nel 1911 e nell’Annuario musicale italiano del 1932, che elenca quello specchiese come intitolato “Teatro filodrammatico”.
Sulla collocazione esatta del teatro sono in corso ulteriori approfondimenti, partendo da un rilievo in pianta di fine Ottocento che, in base alla caratteristica forma, inserirebbe quello di Specchia nella tipologia dei teatri all’italiana di cui il Teatro San Carlo di Napoli era il principale modello.
«Da quanto si evince dal disegno – prosegue lo storico - la platea era a forma di ferro di cavallo con l’eliminazione delle gradinate a favore della costruzione dei palchi di legno. Durante gli spettacoli i più facoltosi seguivano dai palchi e nello spazio centrale sedeva il popolo. La scena aveva una maggiore profondità per permettere l’utilizzo delle quinte prospettiche e la possibilità, per l’attore, di recitare dentro e non davanti la scena».
Un teatro da record per le sue dimensioni.
«Il teatro storico di Specchia è importante anche per un primato, evidentemente assoluto, legato alle dimensioni che non superano i 50 metri quadrati totali – illustra Perdicchia - fra le strutture di questo tipo risulterebbe di gran lunga la più piccola se messa in relazione con il teatro di Noicattaro, che si trova al primo posto come il più piccolo d’Europa e si estende per 120 metri quadrati circa. Oggi viene segnalato come il più piccolo del mondo il Teatro di Vetriano in provincia di Lucca, tanto da ricevere il premio da Guinnes World Record dei primati con i suoi 71 metri quadrati e 80 posti di capienza. Non sappiamo precisamente per quanto tempo questo teatro è stato utilizzato – aggiunge il professore - ma probabilmente venne sospeso durante la prima guerra per poi riprendere subito dopo fino alla costruzione di una più ampia sala in altro luogo. A Specchia – conclude – la musica e l’opera hanno avuto sempre un ruolo importante testimoniato anche dall’antica Banda Città di Specchia, che risulterebbe già costituita prima del 1840 e che nel maggio 1928, guidata dal Maestro Alfredo Visconti, vinse un premio a livello nazionale».