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Via Appia candidata a patrimonio Unesco: firmato protocollo d'intesa con Ministro Cultura

 
Redazione online

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Il progetto coinvolge 4 Regioni: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, 12 tra Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 università italiane e straniere

Martedì 10 Gennaio 2023, 13:50

19:07

Con i suoi 900 chilometri di strada, ma soprattutto di storia e storie, di antichità, culture e scambi commerciali, da oggi la Via Appia - Regina viarum ha ufficialmente iniziato il suo cammino verso l’Unesco. Alle Terme di Diocleziano a Roma, proprio davanti al mosaico Gnothi sauton che da una villa sull'Appia proviene, si è svolta oggi la cerimonia della firma del Protocollo di intesa per la candidatura del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco.
Il progetto, promosso direttamente dal ministero della Cultura attraverso gli uffici centrali e periferici, coinvolge 4 regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 12 tra province e città metropolitane, 73 comuni, 15 parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 università italiane e straniere. Tutte a sostenere la strada consolare che collega Roma e Brindisi, eccellente prototipo del sistema viario romano, "ma che era molto di più di una strada militare o commerciale verso Oriente - racconta il sottosegretario Gianmarco Mazzi -. La via Appia era soprattutto una strada di cultura per il mondo romano. E’ in questo aspetto culturale che riteniamo ci sia quell'elemento che le candidature Unesco richiedono. Il ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del dossier», nella convinzione dell’importanza «sociale e culturale» del progetto, "ma anche perché, come le esperienze precedenti ci insegnano, questi percorsi portano anche una forte ricaduta economica sul territorio. Sono convinto che ce la possiamo fare, perché quando gli italiani giocano uniti e insieme nessun risultato è impossibile».
Il 20 gennaio la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione Nazionale Italiana Unesco. Quindi il dossier scientifico, accompagnato dal Piano di gestione del sito, sarà inviato a Parigi.

«Una via che per duemila anni ha unito, e che con questa iniziativa potrà tornare a unire, più viva e funzionale che mai, le nostre ambizioni di sviluppo turistico e culturale, come Basilicata e come Mezzogiorno d’Italia». Lo ha detto - secondo quanto reso noto dall’ufficio stampa - il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, intervenendo a Roma, alle Terme di Diocleziano, alla cerimonia della firma del protocollo di intesa per la candidatura del sito "Via Appia. Regina viarum», per l’iscrizione nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Secondo il governatore lucano, «la tutela e la valorizzazione culturale e turistica dell’antica via Appia rappresentano, per le nostre regioni, azioni necessarie e lungimiranti opportunità. La via Appia, come itinerario geografico, unisce non solo territori fisici, ma anche epoche storiche, con testimonianze 'materialì e 'intangibilì rappresentative di vicende umane che hanno segnato la storia dell’Occidente».
«Lavorare insieme al Mic per il riconoscimento del valore universale di questo percorso è e sarà, per la regione Basilicata - ha aggiunto Bardi - un ulteriore motivo di orgoglio e di responsabilità. Siamo consapevoli, infatti, di quanto importante sia la portata mediatica e promozionale connessa con la candidatura. Ma siamo altrettanto consapevoli della necessità che - ha continuato - questo patrimonio sia tutelato e protetto, perché continui anche visivamente a segnare un tracciato lungo su cui si è costruita una parte importante della storia e della cultura Italiana, perlomeno di quella rivolta a Mezzogiorno. È un percorso che, se continuerà ad essere oggetto di studio e di intervento, non mancherà di riservarci piacevoli sorprese, come è avvenuto solo poco tempo fa, quando in prossimità di Palazzo San Gervasio (Potenza) è stato scoperto, quasi intatto considerata l’età, un ponte romano secondo alcuni - ha concluso il presidente della Regione Basilicata - appartenente proprio al tracciato dell’antica Regina viarum».

Anche Comune e Provincia di Taranto sosterranno l’iniziativa del ministero della Cultura, per l’iscrizione della via Appia nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Rinaldo Melucci, nella doppia veste di sindaco e presidente della Provincia, ha sottoscritto oggi a Roma, alle terme di Diocleziano, il protocollo d’intesa che formalizza la comune volontà dei territori attraversati dalla "regina viarum» a ottenere questo riconoscimento. Si tratta di un ampio percorso di valorizzazione, che contempla anche il progetto del ministero per far emergere e rendere percorribile il tracciato della via Appia, esteso per 600 km attraverso quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 11 province (Avellino, Latina, Roma, Benevento, Caserta, Matera, Potenza, Bari, Brindisi, Foggia, e Taranto) e 87 comuni.
«Abbiamo deciso immediatamente di sostenere questa iniziativa - ha commentato Melucci - perché è coerente con la particolare prospettiva urbanistica del Comune, che ora sta redigendo il suo Pug avendo cura di valorizzare le radici storiche del suo sviluppo, ma anche con la vocazione del più vasto territorio provinciale, a pieno titolo nella rete nazionale dei cammini. Non è casuale, peraltro, che proprio oggi il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger, salutando Taranto, abbia confermato l’imminente trasferimento al MArTa del gruppo scultoreo 'Orfeo e le sirenè: un’altra buona notizia che ci riempie di orgoglio».

«Il nostro auspicio è ritrovarci qui insieme con un nuovo sito dello splendido patrimonio italiano inserito nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco": lo dichiara la consigliera delegata della Regione Puglia, Grazia Di Bari, intervenuta oggi alla firma del protocollo di intesa per la candidatura della «Via Appia. Regina viarum» nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. «Un atto - ha aggiunto - che giunge al termine di un lungo percorso promosso dal ministero della Cultura e condiviso con 4 Regioni, tra cui la Puglia, e che ha visto coinvolti anche i Comuni, le Città Metropolitane, i Parchi, le Università e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra». «Ancora oggi - ha continuato - la via Appia rappresenta un modello di ingegneria stradale romana, che costituisce il nerbo della viabilità in Europa e intorno al bacino del Mediterraneo. Una via che è anche un percorso religioso - come la Via Francigena - che è un Cammino di fede e di incontro da valorizzazione e da mettere in rete in un sistema integrato».

«Oggi è un giorno importantissimo per l'Italia e per la mia regione, la Campania, che insieme a Puglia, Lazio e Basilicata, può gioire per la firma del Protocollo d’intesa che ha dato il via all’iter per il riconoscimento della antica Via Appia Regina Viarum come sito patrimonio Mondiale dell’Unesco». Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano, membro alla Camera della commissione Cultura secondo il quale «la Campania, e in particolare la provincia di Caserta, hanno tanto da raccontare attraverso i comuni che sorgono sull'antico percorso della Via Appia. Il riconoscimento come sito patrimonio Unesco porterebbe un’occasione in più per consentire la creazione di un sistema integrato e di un’offerta culturale e turistica Regionale e Interregionale».

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