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Negli ultimi 4 anni hanno chiuso i battenti in Puglia 333 stalle. In Puglia sono registrati 700mila animali da affezione: + 20% di cani e gatti abbandonati nel 2023

Mercoledì 17 Gennaio 2024, 15:50

BARI - Negli ultimi 4 anni hanno chiuso i battenti in Puglia 333 stalle, a causa dell’effetto combinato dei cambiamenti climatici e dell’aumento vertiginoso dei costi di produzione e gestione, dei bassi prezzi pagati agli allevatori e dell’assedio degli animali selvatici.

E’ quanto emerge dal rapporto “La Fattoria Puglia a rischio crack” diffuso dalla Coldiretti Puglia, in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, sulla base di dati dell’Anagrafe nazionale zootecnica in occasione di Sant’Antonio Abate, il Patrono degli animali, con il presidente della Coldiretti di Bari, Mirko Raguso, il presidente Saverio Losavio e i consiglieri di Putignano, il presidente di ARA, Pietro Laterza, il sindaco di Putignano Luciana Laera ed il presidente della Fondazione Carnevale di Putignano, Carmela Curci che insieme hanno rievocato anche il tradizionale passaggio di consegne con cui si apre ufficialmente il Carnevale di Putignano.

Agonia lenta e al momento introvertibile per il settore lattiero, con le stalle da latte in Puglia passate da 2.311 a dicembre 2019 alle 1.978 a giugno 2023, una perdita incolmabile causata dall’aumento dei costi di produzione e gestione, a cui non corrisponde più una equa remunerazione del prezzo del latte alla stalla, che non può andare sotto i costi di produzione calcolati da Ismea, quando nella forbice tra produzione e consumo ci sono margini da recuperare per garantire un prezzo giusto e onesto che tenga conto dei costi degli allevatori e la necessaria qualità da assicurare ai consumatori, per cui anche l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia aveva annunciato controlli stringenti lungo la filiera lattiero – casearia, un pugno duro necessario a mettere freno allo scenario critico sul prezzo del latte che si è nuovamente venuto a creare in Puglia, mentre il prezzo del latte spot, normalmente un acquisto momentaneo per sopperire alla mancanza di latte.

Occorre fare ricorso al decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento, non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.

Con 3 DOP (canestrato pugliese, mozzarella di Gioia del Colle e mozzarella di bufala) e quasi 20 formaggi riconosciuti tradizionali dal MIPAAF (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino) – insiste Coldiretti Puglia – il settore lattiero–caseario garantisce primati a livello nazionale e Sigilli della biodiversità dal valore indiscutibile.

Serve intervenire urgentemente per salvare la “Fattoria Puglia”, dove sono riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia – incalza Coldiretti Puglia – appena 2mila stalle per la produzione di latte, decisivo  presidio di un territorio dove la manutenzione è garantita proprio dall’attività di allevamento, con il lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali a causa principalmente del prezzo del latte spesso non remunerativo, dovuto non solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle evidenti anomalie di mercato con i prezzi alla stalla che subiscono inaccettabili ‘fluttuazioni’ e agli alti costi di gestione degli allevamenti.

Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere – conclude Coldiretti Puglia – spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado.

In Puglia 700mila animali da affezione: + 20% di cani e gatti abbandonati nel 2023

In Puglia è «boom degli animali da affezione, soprattutto cani e gatti», che sono in totale circa 700mila, ma la regione è anche colpita «dal fenomeno dell’abbandono degli animali, con un aumento del 20% nell’estate 2023». Lo afferma in una nota Coldiretti Puglia, commentando i dati dell’Anagrafe animali d’affezione del ministero della Salute, in base ai quali in Puglia ci sono 626.204 cani, 74.627 gatti e 25 furetti registrati.

«Oltre una famiglia pugliese su tre (40%) - prosegue Coldiretti - ospita animali da compagnia, dato superiore a quello nazionale che si ferma al 33%», con «il 62% di chi ospita animali domestici che spende mensilmente fra trenta e cento euro». Dai dati emerge anche che «solo il 19% spende meno di trenta euro mensili, mentre - dice Coldiretti - il 15% di chi ha un animale gli dedica un budget che va da cento a più di 300 euro al mese. E c'è anche un 4% che sborsa più di 300 euro, una percentuale praticamente triplicata rispetto all’anno precedente».

Il rovescio della medaglia è però «il business criminale legato al mercato nero che, fra allevamenti clandestini in Italia e arrivi illegali dall’estero, coinvolge oltre 400mila cuccioli per un giro d’affari da 300 milioni di euro all’anno».

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