Una mela

Per chi suona la campanella: ragazzi a scuola e cellulari a casa

Nicola Simonetti

Rientro a scuola: momento delicato per figli e genitori e, in merito, ognuno dice la sua.

Rientro a scuola: momento delicato per figli e genitori e, in merito, ognuno dice la sua. Ma c’è chi ne ha capacità di farlo. I pediatri (dr Antonio D’Avino, presidente nazionale FIMP) suggeriscono norme “per ripresa in salute, sicurezza e serenità: Coltivare buone relazioni e dire no a fumo, alcol e droghe; Differenziare i rifiuti, non sprecare acqua e cibo, prendersi cura degli spazi comuni; Sonno e routine regolari; Sport e movimento, meglio se all’aperto. Camminare o andare in bici a scuola. Zaino leggero e organizzazione, insegnare a prepararlo da soli, portando il necessario, cellulare a casa. La coach Alessandra Bitelli (Di Leandro e partners ed.) propone nuove abitudini di detox quotidiano, valide per grandi e piccoli.

“La misura che riguarda i cellulari può sembrare drastica ma che, se ben gestita, diventa occasione per rieducare… togliere un oggetto così presente sia occasione per stimolare l’attenzione, ritrovare spazi di dialogo reale, chiedere coerenza agli adulti che devono essere primi a dare l’esempio e scoprire che il tempo liberato può diventare creatività e relazione. Ridurre l’uso di smartphone in classe non si trasformi in punizione, ma occasione per scoprire altre forme di comunicazione, socialità e attenzione al presente… non è vuoto, ma spazio da riempire con nuovi modi di stare insieme… abituare al dialogo diretto e non mediato da uno schermo, riscoprire collaborazione con i compagni, imparare a mantenere la concentrazione senza continue interruzioni e allenare la capacità di gestire il tempo in modo autonomo.. Non è semplice stop tecnologico – precisa Bitelli – ma invito a coltivare abilità che restano utili ben oltre i banchi di scuola, in vita sociale, studio e lavoro. Il cambiamento chiama in causa anche le famiglie. Se a casa i genitori sono sempre connessi, il messaggio si svuota. Serve alleanza educativa: la scelta della scuola diventa credibile e incisiva solo se i genitori la sostengono trasformandola in impegno condiviso.

“La coerenza è fondamentale. I ragazzi imparano ciò che i genitori fanno non ciò che dicono e la vera educazione digitale inizia dalla condotta adulta. Le famiglie non si fermino al sostegno formale della regola scolastica ma la estendano nella quotidianità con momenti liberi da dispositivi, spazi dedicati alla conversazione e piccole pratiche di riscoperta del contatto con la realtà coinvolgenti tutti. Solo così la misura adottata a scuola diventa un percorso concreto e duraturo… apre tempo ed energie nuove: Ore che possono essere impiegate per leggere, fare sport, coltivare passioni o solo annoiarsi. Così la misura diventa un percorso concreto e duraturo”. Al mattino si evita la cascata di stimoli che frammenta l’attenzione e si imposta un ritmo più intenzionale, la sera si facilita il sonno perché si riduce l’iperattivazione mentale e si preserva il ritmo di riposo. Una microroutine che migliora concentrazione, umore e qualità del recupero. Una sera a settimana offline crea tempo di qualità prevedibile: spezza l’automatismo del “sempre connessi”, rende naturali attività alternative e costruisce memoria familiare di esperienze positive. Meglio se sono i ragazzi a proporre parte del programma: aumenta il senso di autonomia e responsabilità. No smartphone in camera da letto e negli spazi di riposo significa confini chiari tra luoghi di relazione digitale, sonno e studio, riduce l’uso compulsivo notturno, limita distrazioni mentre si studia e migliora privacy e sicurezza, ricarica dei dispositivi in uno spazio comune, nel tempo consapevole. Almeno un’ora al giorno per attività non digitali (sport, lettura, musica o manualità )sostiene corpo e mente e allena la tolleranza alla noia, che è terreno di creatività. La scelta regolare di un impegno “attivo” rinforza motivazione, autostima e senso di competenza. Meglio fissare micro- obiettivi settimanali: i progressi saranno visibili e gratificanti”.

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