una mela al giorno

Cancro: si cura e si può prevenire. Ma le nuove mode alimentari di vita creano rischi?

Nicola Simonetti

L'iniziativa di studio dell’Istituto Tumori di Milano: dieta yo-yo, sigarette elettroniche, nuovi cibi plant- based: si tratta solo di mode o rappresentano rischi concreti?

Iniziativa di studio dell’Istituto Tumori di Milano Dieta yo-yo, sigarette elettroniche, nuovi cibi plant- based, alcolici “di tendenza” sotto processo: si tratta solo di mode o rappresentano rischi concreti per lo sviluppo del cancro e di altre malattie croniche? A rispondere sarà YouGoody, progetto di punta della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, che coinvolge 100.000 cittadini italiani in uno studio innovativo e dinamico.

Negli Anni ’90 lo studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) aveva dimostrato per la prima volta il forte legame tra alimentazione, abitudini quotidiane e insorgenza di tumori. Oggi, a oltre trent’anni di distanza, tutto è cambiato: prodotti nuovi, nuove mode alimentari, stili di vita in evoluzione rapida. In questo scenario si inserisce YouGoody, studio cui sarà possibile iscriversi fino al 2026,. Esso raccoglie e aggiorna ogni due anni dati su dieta, fumo, attività fisica e salute generale dei partecipanti.

L’obiettivo? Costruire strategie di prevenzione efficaci, attuali e scientificamente fondate, capaci di adattarsi a un mondo in continuo mutamento. Nuove evidenze, vecchie domande: cosa stiamo scoprendo? • Dieta yo- yo e rischio cancro: la ripetuta perdita e ripresa di peso è un fattore di rischio per lo sviluppo dei tumori? una domanda a cui YouGoody potrà rispondere nei
prossimi anni. • Sigaretta elettronica sotto la lente: “Molti la considerano meno dannosa, ma i dati sono ancora limitati e contrastanti. Il nostro studio cerca di capire l’impatto reale a lungo termine, soprattutto tra i giovani, per offrire evidenze chiare e aggiornate”, spiega la dr Sabina Sieri.

Nuovi alimenti, nuove sfide: “Prodotti plant-based e snack proteici stanno conquistando il mercato, ma non è detto che siano sempre più salutari rispetto alle alternative tradizionali - precisa Sieri. Monitoriamo attentamente consumi e impatti sulla salute per fornire indicazioni scientifiche fondate”. • Donatori di sangue sotto osservazione per la prima volta: “Grazie alla collaborazione con Adsint e Avis, analizziamo uno dei gruppi più sani e generosi della popolazione italiana. Si potrà capire, così, se realmente queste persone hanno un minor rischio di sviluppare un tumore o un’altra malattia cronico-degenerativa”.
Come partecipare a yougoody: basta collegarsi al sito ufficiale https://www.yougoody.it/ e cliccare su “inizia
subito” o “iscriviti ora”. Il questionario online richiede circa un’ora di tempo, suddivisibile in più sessioni, ed è accessibile gratuitamente da qualsiasi dispositivo. Ogni due anni verrà richiesto un aggiornamento dei dati, per valutare nel tempo l’effetto delle abitudini sulla salute. Possono partecipare gratuitamente tutti i maggiorenni residenti in Italia e gli italiani residenti
all’estero: più persone aderiscono, più robusti saranno i risultati per la salute pubblica.

In Italia, circa il 60% dei pazienti oncologici è vivo a 5 anni dalla diagnosi di cancro, con percentuali di guarigione che variano a seconda del tipo di tumore e dello stadio della malattia al momento della diagnosi. Per alcuni tumori molto diffusi, come quelli
della mammella, della prostata e del testicolo, le percentuali di guarigione a 5 anni superano il 90%. 
Ma, in Italia, specie Sud – ha detto, il prof. Francesco Schittulli, presidente Nazionale Lega Tumori e oncologo, senologo, chirurgo presso la Mater Dei di Bari, agli “Stati generali della prevenzione”, svoltisi a Napoli ed organizzati dal Ministero della Salute - i programma screening non funziona a dovere. Necessitano più organizzazione, più informazione corretta, coinvolgimento dei Sindaci, aumento delle strutture per accertamenti (come quelli per le mammografie), mentre il Sud lamenta più morti per cancro rispetto al Nord, dove i casi, peraltro, sono più numerosi). La gestione della Sanità affidata alle Regioni crea disparità fra cittadini, a svantaggio del Sud.

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