Una mela al giorno

Finisce la scuola e cambiano le agende dei genitori: cosa fare e cosa no

Nicola Simonetti

Per i genitori, soprattutto madri, è l’inizio di una corsa contro il tempo per “sistemare” i figli, reincastrare i turni, trovare soluzioni che non lascino indietro il lavoro né la stanchezza

Per alcuni, le agende si svuotano ma, per altri, esse esplodono. Ed il tempo, quello vero, resta difficile da gestire e le “scuse” non bastano più. Per i genitori, soprattutto madri, è l’inizio di una corsa contro il tempo per “sistemare” i figli, reincastrare i turni, trovare soluzioni che non lascino indietro il lavoro né la stanchezza. Un’indagine conferma che il 60% dei genitori tra i 35 e i 49 anni, con figli in età scolare, riporta livelli elevati di stress e fatica mentale nella vita quotidiana, legati alla difficoltà di conciliare i carichi familiari con quelli professionali, soprattutto nei mesi in cui è stop-scuola e viene meno il consueto sistema di supporto (es. nonni, dopo scuola, corsi, ecc). “Il vero problema non è la mancanza di tempo, ma il bisogno continuo di sentirsi all’altezza sempre pronti, sempre performanti. Quando non abbiamo più scuse – dice la dr Alessandra Bitelli, pedagogista, coach, in “Il primo romanzo utile del coaching” – non possiamo che fare i conti con quello che ci portiamo dentro come aspettative, sensi di colpa, paure che ci fanno sentire sempre in difetto. ll vero coraggio non è saper fare tutto. È saper stare anche quando non c’è nulla da fare. Perché è lì che ricominciamo a sentirci, non solo a funzionare”. L’’estate è un test, non una pausa: essa  dovrebbe essere un tempo dilatato, un’occasione per rallentare.

E invece, spesso, la parsa diventa un banco di prova per il genitore che s’accorge di esserlo sempre, senza sconti. I social mostrano vacanze patinate, mentre la realtà si riempie di compiti, lavatrici, imprevisti e riporta livelli elevati di stress e fatica mentale nella vita quotidiana, legati alla difficoltà di conciliare i carichi familiari con i professionali, specie nei mesi in cui la scuola si interrompe e viene meno il consueto sistema di supporto (es. nonni, dopo scuola, corsi, etc).“Abbiamo interiorizzato l’idea che ogni minuto vada impiegato in modo produttivo. E così, quando finalmente possiamo fermarci, ci sentiamo inadeguati... Accorgersene fa paura, ma è l’unico modo per ritrovare una direzione. La fine della scuola è un momento che teoricamente libera tempo, ma nella pratica, soprattutto per i genitori, apre un varco di complessità nuova. L’assenza di una struttura quotidiana, fatta di orari, rientri, compiti, sport, può sembrare una tregua, ma è spesso l’inizio di un carico mentale invisibile.

“Quando viene meno il ritmo imposto dall’esterno – prosegue Bitelli - non si spegne il bisogno di controllo, anzi. I genitori sentono di dover riempire ogni spazio vuoto, di offrire esperienze, compagnia, stimoli. Ma il tempo condiviso ha valore anche quando è semplice e non performante. L’ansia nasce quando ci dimentichiamo che la noia può essere fertile. Fate annoiare i vostri bambini perché è nello stare fermi, annoiati magari, che si diventa creativi e produttivi. Non è per niente che si dice che la notte porta consiglio. È perché è solo quando si “posano le armi” che nascono le idee e non nella confusione e lo stress della performance”.

Non servono allarmi, basta sapersi ascoltare. Ci sono segnali chiari che indicano se la fine della scuola sta diventando un peso più che un’opportunità. “È difficile concedersi di ‘non fare’, ma è proprio nei momenti in cui ci lasciamo andare, in cui smettiamo di dimostrare – suggerisce Bitelli – che iniziamo a sentire cosa davvero ci serve. E quando cade l’organizzazione esterna scopriamo che ci stiamo chiedendo troppo, da troppo tempo.

Cosa fare 1. Concediti pause vere - Anche un’ora sul divano senza sentirsi “in colpa”: è una forma di recupero emotivo. Vale più di mille giri al parco 2. Coinvolgi senza dirigere. Invece di proporre attività preconfezionate, chiedi: Che cosa ti andrebbe di fare oggi?” Può aprire spazi di autonomia e ascolto reciproco 3. Accetta il disordine - L’estate non ha bisogno di essere perfetta. Ha bisogno di essere reale. Se la casa è un po’ più disordinata, ma l’umore è più leggero, è un buon inizio

Cosa non fare 1. Non trasformare l’estate in un’agenda alternativa; riempire ogni giornata con laboratori, centri estivi, uscite, compiti e attività “utili” rischia di riprodurre lo stesso meccanismo della performance scolastica 2. Non compensare il tempo libero con senso di colpa - Avere figli a casa non significa doverli intrattenere h24. Non sei un palinsesto televisivo, sei una persona. Ed i figli non devono essere sempre occupati 3. Non credere che il silenzio sia un errore - Se c’è un momento di noia, di pausa, di vuoto: non scappare. Il disagio iniziale può essere la soglia di qualcosa di nuovo, anche per i bambini”. BUONE VACANZE A GENITORI E FIGLI

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