Una mela al giorno

8 marzo, nella giornata della donna bisogna parlare di tumore mammario

Nicola Simonetti

Necessità di creare Breast unit certificate

L’OMS, in uno studio pubblicato su Nature Medicine , lancia l’allarme per i casi di cancro mammario; “ per il 2050, “nel mondo, si registrerà – crepi l’astrologo – aumento dei nuovi casi del 38% e delle morti del 68%, anche perché aumentano i casi diagnosticati e la durata della vita media. “La “minaccia” può essere alleviata/invertita solo con prevenzione, diagnosi anticipata, terapia idonea, stile di vita (no a fumo, alcol moderato, esercizio fisico abituale, meno sedentarietà, alimentazione mediterranea), strutture dedicate. Così, i nuovi casi possono calare del 25%.

“Attualmente, ogni minuto, nel mondo, a quattro donne è diagnosticato il cancro al seno e almeno una di loro ne muore… ma la statistica è in peggioramento e, soprattutto, l’età di ammalarsi si abbassa” (drJoanne Kim). Raccomandata, in particolare, la predisposizione di Breast Unit (BU) ovvero centri multidisciplinari di senologia dedicati a diagnosi, cura e assistenza delle donne con tumore al seno o con rischio genetico di tumore del seno. Le BU si distinguono in particolare, per la capacità istituzionale di rispondere a distinte caratteristiche cliniche e assistenziali, per fornire la miglior assistenza (da prevenzione a riabilitazione) alle donne che ne siano colpite. Un modello è stato illustrato, in coincidenza con la Giornata della Donna, da operatori della Beast Unit dell'Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano: “ L'approccio multidisciplinare e integrato, supportato dal SSN.

Un team (e non un solo medico) lavora insieme in modo sinergico e discute collegialmente ogni caso, coinvolgendo anche specialisti per le varie implicazioni”. E’ offerta alle pazienti oncologiche, in età feconda, la possibilità di preservare la propria fertilità poiché le terapie oncologiche possono compromettere la funzione ovarica. Fin dall’inizio del percorso di cura, valutiamo l’indicazione e la possibilità di conservare ovociti o più raramente tessuto ovarico”. Creato anche l’ambulatorio multidisciplinare, la ‘casa’ , il cuore dell’attività, unendo tutti gli specialisti del settore, in tutte le sue fasi, sia iniziali che metastatiche, considerando gli aspetti clinici, psicologici e sociali. Attenzione è posta per “Inserire la radioterapia nel tempo più idoneo del percorso di cura della paziente. Schemi brevi di trattamento (5-15 frazioni) sono oggi realizzati con alta tecnologia ed elevata competenza, assicurando aderenza alla cura, supportata anche dal ridotto numero di accessi ospedalieri”.

Per affrontare al meglio la fase metastatica e rispondere in modo mirato alle esigenze specifiche, ideato il progetto Ancora, un Hub cui sono collegati altri ambulatori, dedicati, ognuno, a un aspetto specifico della patologia mammaria, evitando visite multiple e sequenziali con diversi specialisti”. “il passaggio dalle cure oncologiche alle palliative avviene in modo graduale e integrato, assicurando un accompagnamento continuo alle pazienti….La struttura di psicologia offre un supporto psicologico durante il percorso di cura che aiuta a valorizzare le risorse personali, affrontare le criticità, in particolare nella comunicazione con i figli, nella gestione di scelte lavorative e anche a mantenere una progettualità. “Preziose le metodiche di imaging all’avanguardia, dalla Mammo-Ecografia alla Risonanza Magnetica Nucleare (L’INT di Milano e tra i pionieri di questa metodica per pazienti ad alto rischio come le portatrici di mutazione dei geni BRCA 1 e BRCA 2)con risultati “entusiasmanti).

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