Una mela al giorno

Martedì 4 febbraio è la giornata mondiale contro il cancro

Nicola Simonetti

La radioterapia è più di un trattamento, è un'alleanza quotidiana fatta di scienza e di legami che rafforzano la fiducia di chi combatte il cancro

Una terribile prospettiva che prevede, per quest’anno, in Italia, altri 1.070 nuovi casi che si aggiungeranno ai soliti 390mila annui. La previsione è, però, attenuata – dice il prof. Francesco Schittulli, oncologo, chirurgo senologo presso Mater Dei Hospital di Bari, presidente nazionale Lega Italiana Lotta ai Tumori – dall’attesa di guarigioni che dovrebbero sfiorare l’85% dei casi grazie a utilizzazione di mezzi per diagnosi anticipate (screening più e meglio osservati), terapie mediche, immunologiche ed altre innovative, radiologiche. La radioterapia è più di un trattamento, è un'alleanza quotidiana fatta di scienza e di legami che rafforzano la fiducia di chi combatte il cancro, “ogni giorno, per settimane, i pazienti oncologici incontrano il team della radioterapia per affrontare le cure e condividono paure e speranze.

In occasione del World Cancer Day l’Associazione italiana radioterapia clinica sottolinea l'importanza di questo rapporto costante, fatto di competenza, fiducia e supporto, che va oltre la tecnologia e mette davvero il paziente al centro. La radioterapia non è una cura che si esaurisce in un singolo intervento, ma un impegno quotidiano, in cui medico e paziente si ritrovano fianco a fianco per settimane. In questo tempo, si crea un rapporto che va oltre la tecnica, fatto di ascolto, confronto e presenza costante. "Ogni seduta è un passo avanti nella terapia, ma anche un momento di vicinanza. Noi radioterapisti oncologi – dice il presidente, Marco Krengli, - siamo accanto ai pazienti ogni giorno, vediamo i loro timori, rispondiamo alle loro domande e condividiamo le loro speranze. La radioterapia è scienza, ma anche empatia e fiducia. Ogni giorno, per settimane vediamo i loro volti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, diventiamo un punto di riferimento. Non si tratta solo di somministrare un trattamento, ma di essere presenti, offrire rassicurazione e condividere ogni piccolo progresso”.

“I pazienti affrontano le stesse paure, ma trovano anche ascolto, conforto, uno sguardo che li riconosce e li accoglie. La radioterapia – continua Michele Fiore (nato ad Altamura), professore Radioterapia università Campus Bio-Medico di Roma, componente del Consiglio Direttivo - non è solo una terapia di precisione, ma un percorso in cui la vicinanza umana fa la differenza e la presenza del team rappresenta un punto di riferimento stabile nel momento più difficile”. “Il trattamento è intenso e richiede costanza e resistenza, ma il progresso tecnologico permette oggi di personalizzarlo sempre di più. L’innovazione in radioterapia consente di calibrare ogni dose in base alle esigenze specifiche della persona, rendendo le sedute più efficaci e meno invasive.

Privacy Policy Cookie Policy