Una mela al giorno

Per stare bene basta dire addio al sale

Nicola Simonetti

Uno studio fornisce nuove, dimostrate prove a sostegno di questa raccomandazione che suggerisce di non eccedere nell’uso alimentare di sale

Avviso ai “salatori” facili: un recente studio eseguito su oltre mezzo milione di persone, controllate per 9 anni consecutivi (media) dal prof. Lu Qui e colll. della Tulane University School of Public Health and Tropical Medicine di New Orleans (USA), pubblicato sull'European Heart Journal, raccomanda di eliminare ogni e qualsiasi portasale da tavola. “Le persone che aggiungono sale al cibo, a tavola, corrono un rischio maggiore di morire prematuramente per qualsiasi causa”. Lo studio fornisce nuove, dimostrate prove a sostegno di questa raccomandazione che suggerisce di non eccedere nell’uso alimentare di sale.

“Aggiungere sale aumenta il rischio; ridurlo (ma non eliminarlo), anche se poco, è vantaggio per la salute e per la durata della vita”. Nella popolazione osservata, i ricercatori hanno rilevato che, rispetto a coloro che non aggiungevano mai sale al cibo o lo facevano raramente, i “salatori” avevano un rischio maggiore del 28% di morire prematuramente. All'età di 50 anni, vengono persi 1,5 anni (per le donne) e 2,28 anni (per gli uomini) di aspettativa di vita, aggiungendo regolarmente sale al cibo. Non lotta al sale ma invito a non esagerare. E la misura consigliata di non aggiungerne nel piatto si è dimostrata soluzione idonea e non punitiva. Ovvero, lascia fare al cuoco e non modificare il gusto che egli ha stabilito per quel piatto. La raccomandazione è anche di non demonizzare il sale che, nei giusti limiti, è indispensabile al nostro organismo e per le sue funzioni (regolazione della pressione arteriosa, trasmissione degli impulsi nervosi traffico di liquidi, metabolismo cellulare, ecc).

Non superare, però, i 5-6 grammi di sale al giorno (la media che noi, italiani, consumiamo è di 12-15 grammi che pesano negativamente specie su cuore e circolazione di sangue, funzione renale, pressione arteriosa, ecc). Le “Linee guida per una sana alimentazione”, pubblicate dal CREA stabiliscono un obiettivo nutrizionale preciso: entro e non oltre i 5 g/die di sale comune (2 g di sodio) per gli adulti, in un’ottica di prevenzione delle malattie croniche. Una quantità di sale inferiore, entro i 4 g quotidiani, è indicata invece per gli anziani, per età più esposti al rischio di ipertensione, mentre prima dell’anno di età il sale non deve essere mai aggiunto alle pappe, e a partire dal compimento dell’anno, il consumo dovrà comunque limitarsi a non più di 2 g al giorno.

Va ricordato che solo il 15% del sodio dell’alimentazione solita è contenuto naturalmente negli alimenti (frutta, verdure, latte, carne, pesce ecc.Attual,emte, il sale aggiunto in cucina e a tavola è il 35% mentre il 50% viene dai prodotti trasformati, conservati, artigianali e industriali, come pane e prodotti da forno, noti come “fonti nascoste” di sale

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