Funghi, il re dei boschi, generoso amico/nemico dell'uomo
Un tesoro per il palato e la salute di cui farne uso è buona regola. La prudenza, però, è d’obbligo: mangiare solo quelli conosciuti ed assicurarsene facendone valutare preventivamente la commestibilità da micologo ASL di zona. Alcune regioni richiedono un patentino per la loro raccolta anche se fatta per il consumo personale I funghi commestibili appartengono alla classe dei Basidiomiceti e si caratterizzano tra le circa 100mila specie fungine note. Privi di clorofilla, si nutrono di sostanze inorganiche semplici, derivate dalla decomposizione di vegetali.
Va consumato il corpo fruttifero, ma va rispettato il micelio, struttura filamentosa composta dalle ife, una specie di radici che si estendono sottoterra. La prof. Laura Dell’Erba, già primario di medicina nucleare ospedale “Di Venere” di Bari ed endocrinologa, socia Accademia dei Georgofili, ne ha compendiato le virtù in un agile volumetto (“Le proprietà salutari del fungo cardoncello” (Gruppo IFE/Micotec ed.). I funghi – dice l’A. - contengono tutti gli aminoacidi essenziali con valore biologico superiore a legumi, carne di vitello, uovo, aumentano l’attività del sistema immunitario, agiscono come antibiotici naturali (contengono i peptidi “defensine”), sono privi di controindicazioni, tranne, ovviamente, i velenosi. Inoltre, sono uno scrigno di micronutrienti (sali minerali, vitamine, bertacarotene, folati, ecc.).
Generosa la presenza di vitamina C che, in molte specie, è pari a 3 volte quella contenuta in n’arancia di pari peso; significativa anche la quantità di vitamina D. I funghi – continua la prof. Dell’Erba – sono ottimi nelle diete dimagranti poiché, oltre al baso valore calorico, contengono alcuni enzimi e fibre che inibiscono e rallentano l’assorbimento intestinale di grassi e zuccheri in eccesso. Circa 300 specie hanno proprietà terapeutiche e, fra queste, 35 sono le più importanti e, almeno 20 sono coltivate in modo biologico su terreni privi di sostanze tossiche. Fra i funghi coltivati “bene” in Italia interessanti le proprietà salutari e terapeutiche del genere “Pleurotus” che, tra gli altri, enumera l’”eringi”, cioè il cardoncello.
La statina, di cui il fungo è ricco, è in grado di ridurre il colesterolo cattivo, aumentare quello buono, sottrarre colesterolo e trigliceridi accumulati nel fegato. L’estratto si oppone all’aggregazione piastrinica rendendosi prezioso nella prevenzione di infarto, ictus ed altre patologie cardiovascolari. Il genere Pleurotus contiene la proteina ostreolisina che ha dimostrato, in vitro, di distruggere le cellule neoplastiche, per esempio, della prostata. Uno studio epidemiologico australiano, tra l’altro, ha dimostrato che il consumo di10 grammi/die di funghi Pleurotus ostreatus, da parte di donne cinesi, ha fatto registrare riduzione del 64% di rischio di cancro mammario. Dimostrate le proprietà antidiabetiche ed anti-virus dell’Aids. Estratti di cardoncelli hanno dimostrato ruolo preventivo importante dell’osteoporosi.