«Ciarderie»

Il diGisette è stato molto importante

Gianni Ciardo

Volevo andare a Forcatella a prendere i ricci e le pelose, ma non è stato possibile. Ero stato anche invitato a cena nel castello di Brindisi e quindi sono stato costretto a prendere la strada interna, andando da Cozzana. Avevo fame

Buongiorno! Oggi, lunedì diGisette giugno. Auguri. L’altro giorno, 12 giugno è stato San Guido. Auguri passati. San Guido, festa degli automobilisti. Capita l’antifona?
Non solo, ma anche chi non ha la macchina può chiamarsi Guido.
Per esempio io conosco molti che si chiamano così. Un mio amico benzinaio si chiama Guido la Vespa, tanto è vero che da ragazzi lo insultavo quando lui diceva di chiamarsi Guido la Vespa, io rispondevo portami a casa! Capita l’antifona? Bei tempi. Ci divertivamo con poco.
Io avevo al tempo la Simca 1000 e Guido diceva che era la macchina di Garibaldi. Questa è un’altra antifona.
Non si dicevano però parolacce e non c’era nemmeno WhatsApp o la mail e tantomeno l’intelligenza artificiale.
Eravamo cretini per conto nostro.
Ricordo che avevo parcheggiato in divieto di sosta e vidi un cartello su cui era scritto: parcheggia più là! Per essere educato misi un biglietto sul tergicristallo e scrissi: non è la mia!
Parcheggiare in un garage barese era ancora più rischioso, in quanto prendevano solo macchine con la targa straniera! Chissà che cosa voleva intendere? Forse il garagista sapeva che a Bari rubavano volentieri macchine straniere? Non so. Comunque, con questi pregiudizi noi baresi abbiamo sofferto molto, anche a discapito della cultura. Pensate che per vedere un quadro di Giotto eravamo costretti ad andare a Padova, nella cappella degli Scrovegni. Oggi diGiotto lo avremo domani, a Bari (18 giugno 2024).
Oddio, ora che ci penso, in questi giorni a Savelletri e Fasano non ci siamo fatti mancare niente e prima del diGiotto, abbiamo avuto il diGisette!
Il diGisette è stato molto importante. Tanto importante che hanno blindato tutto il territorio.
Volevo andare a Forcatella a prendere i ricci e le pelose, ma non è stato possibile. Ero stato anche invitato a cena nel castello di Brindisi e quindi sono stato costretto a prendere la strada interna, andando da Cozzana. Avevo fame.
Non c’è stato niente da fare, né diGisette, né diGiotto e ho fatto il diGiuno completo, tanto che mi sono sorbito Bruno Vespa che stava sul tiGiuno.
Comunque, pur non avendo nessun quadro di Giotto, la nostra Puglia è straordinaria e bellissima. Io personalmente non riuscivo a darmi una risposta di come mai l’Italia fosse entrata in Europa e Savelletri non nel mondo!
Adesso ci siamo e dobbiamo esserne orgogliosi.
Viva l’Italia, l’Italia se è destra. Mameli con questo inno avrebbe vinto Sanremo se avesse avuto un’etichetta discografica del tempo. Anche la Siae ne avrebbe goduto. Il testo dell’inno è ancora profondo, comprensibile e non artificiale.
Sì, profondo come il verbo scavare: Io scavo, tu scavi, gli scava, noi scaviamo, voi scavate, essi scavano. Non è un granché però è profonda.
Oppure: io scopo, tu scopi, egli scopa, noi scopiamo, voi scopate, essi scopano. Non è un granché, però è pulita!
Questa verità la ripeterò fino alla morte.
La morte è un’unica verità, non c’è partito politico che tenga, non c’è ricchezza che tenga, non c’è sold out che tenga, non c’è illusione che tenga, per cui, perché preoccuparsi di pagare il condominio?
Comunque sia, pensate bene di accertarvi sulla morte.
L’importante è che la morte quando arriverà vi trovi vivi, perché sennò se vi trova morti, sai che figura di merda farebbe? Buona vita a tutti e buona fortuna al Superenalotto. Giocate: tredici quattordici, quindici, sedici, diGisette, e diGiotto!
Mhè!

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