Il solstizio d’estate è appena passato e ha dato realmente avvio alla nostra tanto agognata estate. Ombrelloni finalmente aperti e selfie in partenza, in attesa della giusta gradazione cromatica, dato che in tanti dichiarano “sto ancora bianco rispetto al mio solito” pur essendo un misto fra Carlo Conti e Paola Egonu. L’estate è appena iniziata e quelle melodie tipiche da serate in riva al mare stentano ad arrivare, a trapassarci, a divenire le nostre colonne sonore, vuoi perché non abbiamo ancora vissuto momenti indimenticabili alle quali associarle, vuoi perché anche le melodie cambiano nel tempo. Le canzoni delle estati passate, dei Festivalbar, erano cantate da Luca Carboni, Corona, Raf, Ricky Martin e via dicendo. Singoli cantanti per hit estive che restano legate agli amori passeggeri, alle schitarrate in spiaggia, ai due di picche in campeggio con una lei o un lui e quella cotta che esisteva solo nella nostra testa.
Ora per una hit estiva ci vuole una assemblea di condominio: Fedez ed Elodie senza featuring, collaborazioni a tre o quattro artisti per volta, non cantano neanche sotto la doccia, ogni canzone è un video di “We are the World”; e fortunatamente c’è ancora Orietta Berti a regalare qualche nota intonata a voci che senza un tecnico del suono andrebbero bene per una gara di karaoke. Le hit stanno arrivando, non demordiamo, sono li pronte ad entrarci nella testa, e questo ritardo dovuto al cattivo tempo non farà altro che prolungarle nel tempo: già immagino di intonare “questa non è Ibiza” sotto l’albero di natale alla zia mentre scarta un pigiama.
Una nota positiva comunque c’è: questo governo che spinge per il liceo made in Italy ha allontanato le ondate di Enrique Iglesias, di reggaeton e ritmi annessi. C’è ancora qualche strascico di latino-americano, ma abbiamo passato la fase acuta quasi indenni. Carichi dunque per vivere un’estate di cocktail sulla battigia a prezzi più adatti a Dubai, serviti da bagnini con canotta ormai rosa della scorsa estate, e sdraiati su lettini che, dato il costo, pensi di poterli caricare in auto appena termina la tua giornata al mare.
I dj, che in lontananza sembrano i David Guetta o i Bob Sinclar del tacco d’Italia, poi più realmente accostabili nella tecnica a zio Pino ubriaco che mette musica in campagna a Ferragosto con tutta la famiglia che balla. Sarebbe bello ascoltare, allo stesso prezzo, centinaia di musicisti veri che restano chiusi nelle loro accademie solo in attesa di poter regalare musica orecchiabile nei lidi delle coste italiane. Ma “questa è Ibiza”, buon gin tonic e ricordatevi di non caricare in auto il lettino.