Non si contano le telefonate che riceve il professore Lino Viola, docente di economia aziendale all’Università del Salento a proposito di giovani che invocano suggerimenti alla ricerca di un lavoro. E la sua risposta è spesso la medesima. “Bisogna ripartire dalla nostra terra, la cui vocazione agricola è la matrice che caratterizza l'humus culturale dal quale proveniamo”. Inizia così la riflessione attenta e acuta del docente Lino Viola, focalizzata sull’orizzonte ecologico, ambientale e di sostenibilità che ruota attorno alla questione della terra. “Non può prescindere da queste tematiche una discussione proficua con i giovani, nei quali credo fortemente. Oggi – sottolinea il professore Viola – è necessario guardare alle risorse disponibili con determinazione. Il mercato del lavoro è cambiato, ma la terra necessita ancora di essere coltivata, con strategie che ne accrescano la produttività e la qualità, la vendita dei prodotti e non solo al dettaglio.
La terra di cui parlo non è l’orticello, è una superficie agricola che risponde ai criteri di utilizzo per cui valga la pena investire. Spesso si cercano le grandi occasioni della vita dimenticando ciò che si ha sotto gli occhi, ma l’imprenditore è colui il quale intercetta prima degli altri prospettive di crescita e apre strade nuove, rendendole percorribili per tutti”. E se negli ultimi 50 anni, si coltiva meno, nello stesso arco temporale sono calate anche le aziende agricole quasi del 66%. Non solo. “Anche la quota della spesa per agricoltura è diminuita, sebbene rappresenti ancora circa il 70% del totale. Gli investimenti si concentrano sempre più su programmi gestiti direttamente a livello europeo e in settori quali la ricerca e l'innovazione, i trasporti trans-europei e le reti energetiche, i programmi di mobilità per i giovani e l'azione esterna dell'Europa. La sfida principale per il bilancio dell'UE rimane quella di fornire un sostegno adeguato per la realizzazione delle priorità esistenti e di quelle nuove, compensando al tempo stesso la diminuzione dei contributi nazionali conseguenti al ritiro del Regno Unito”. Alla ricerca di un paradigma nel settore Agri-Food, si fa strada il concetto di multifunzionalità in agricoltura e dell’auspicabile funzione economico-ambientale e sociale del sistema agricolo. Come? “Superando i paradigmi tipici della rivoluzione verde e approdando a paradigmi alternativi quali la diversificazione, il valore aggiunto, l’innovazione come apprendimento, l’agro-ecologia, la comunicazione e organizzazione delle tecnologie. Dobbiamo ricorrere alla Smart Specialization Strategy. Questa strategia di sviluppo mette insieme cittadini, università, regioni e imprese in una filosofia di governance partecipativa per individuare le aree prioritarie di intervento, tenendo in considerazione le risorse disponibili e le capacità espresse dal territorio”. Non mancano le opportunità quindi per chi ha occhi per scorgerle e volontà per coglierle.