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Il miracolo è la conversione del cuore
Tante domande sull’elezione di Papa Leone XIV, che piace da subìto per la sua autorevolezza e dolcezza e per la sua figura così in linea con le sfide del momento. Ma come è stato eletto? Pura fortuna? Un miracolo?
Tante domande sull’elezione di Papa Leone XIV, che piace da subìto per la sua autorevolezza e dolcezza e per la sua figura così in linea con le sfide del momento. Ma come è stato eletto? Pura fortuna? Un miracolo?
Quando chiediamo un miracolo, qualcosa cambia dentro di noi: è la conversione del cuore. Riceviamo ciò che ci serve “per compiere” il miracolo. Per essere in condizione di cambiare.
Così sembrerebbe ciò che è accaduto in Piazza San Pietro l’8 maggio 2025, un momento di grazia, che oltre ad essere sacro per effetto della spiritualità condivisa come dono comune a molti, ha suscitato un ritorno all’unità di un popolo che si riconosce nel bisogno di pace, di misericordia e di sincerità.
Riconoscere il bisogno di aiuto è il potenziale che attira le possibilità di un cambiamento, perché si vede e si riconosce il proprio limite e si scopre la ricchezza che la relazione con gli altri e con Dio rappresenta.
Al contempo la richiesta, ci libera dal peso del fardello che portiamo, perché viene condiviso. La responsabilità rimane ma la fatica è dimezzata.
Avviene un distacco dalla situazione che attanaglia e la dimensione del dono d’amore dei compagni di viaggio, fratelli, sorelle, amici, consente di avere uno sguardo più esterno e obiettivo, dal quale guardare anche noi stessi e la nostra vita.
La relazione diventa generativa e ci restituisce la nostra identità più profonda, chi siamo. Mette in luce i nostri valori fondamentali, il nostro stile e il nostro modo di stare al mondo. E da questi disegnare il nostro presente, fatto di scelte e di azioni impregnate di valore.
È dunque un miracolo del cuore, una conversione del cuore, quella di cui abbiamo bisogno, per vedere con chiarezza e poi orientare la nostra vita.
E così il nuovo pontefice Leone XIV ci chiede aiuto a dialogare e a costruire la pace e ci assicura che il male non prevarrà se cammineremo uniti e mano nella mano.
Un processo che non può prescindere dalle relazioni affettive e intime, che ci fanno da altoparlante dell’anima e che ci sostengono nei momenti difficili che la vita ci pone davanti soprattutto in modo improvviso e ci sentiamo impreparati.
A volte può essere un dialogo in ascolto profondo, l’interesse per la nostra serenità, un aiuto concreto e materiale, un augurio sincero: il niente è tanto per chi soffre.
Questo è il valore della fede: riconoscere il bisogno di chiedere aiuto e di poterlo ricevere da Dio, ci pone in una condizione di umiltà e di fiducia operosa verso la vita e verso i nostri amici più vicini. Questo cambio di prospettiva attiva in noi uno stato di grazia spirituale e psicologica, capace di operare il miracolo: una conversione del cuore.