di Massimo Brancati
Fuori dai partiti, fuori dagli schemi, senza casacche. Non ne ha mai indossate in tanti anni di professione e non intende certo farlo in questa circostanza. Lei è Carmen Lasorella, giornalista, volto noto del Tg2 della Rai negli anni ‘80-‘90, un nome che circola con insistenza in vista delle prossime elezioni regionali.
Lucana, fiera di esserlo, incarna il profilo di una candidata in grado di catalizzare l’interesse trasversale: non ha legami con partiti, mai un problema giudiziario, donna tosta, temprata da anni come inviata in zone di guerra. Non avrebbe certo paura di «battagliare» guardando alle urne elettorali.
Insomma, Lasorella potrebbe essere un nome «spendibile». Lo sa anche lei che in diverse occasioni ha pubblicamente manifestato la disponibilità a mettersi al servizio della Basilicata. Un conto, però, è essere pronta a entrare in gioco, un altro è avere una forza propulsiva alle spalle in grado di spingerla verso il traguardo. Ed è proprio ciò che Lasorella sta cercando all’interno di un quadro politico regionale frammentato, dilaniato, in profonda trasformazione.
Un primo abboccamento c’era stato con il Movimento 5 Stelle, ma l’orientamento dei pentastellati, così come recita il loro statuto, è per una candidatura che guardi all’interno del movimento stesso. Segnali anche da centrodestra e centrosinistra per annusarsi, comprendere, trovare un punto di contatto. Ma Lasorella vuole smarcarsi da etichette e arrovellamenti politici. Come ha sempre fatto. Anche a costo di vedersi relegare ai margini dalla Rai, pagando la difesa a oltranza della propria autonomia professionale e una mancata appartenenza.
La sua ipotetica squadra deve partire dal basso, dalla società. Ecco perché sta organizzando riunioni con amici, conoscenti, cittadini, incontrando gente per mettere nero su bianco, spiegare la sua visione di una Basilicata che guarda al futuro senza dimenticare il passato, di cui siamo tutti figli. Avrebbe avuto un confronto anche con l’on. Salvatore Caiata, presidente del Potenza, per un ipotetico ticket spendibile all’interno di una non meglio precisata forza politica. Indiscrezioni, nulla di concreto. L’unica cosa certa è che Lasorella starebbe rincorrendo il progetto di creare una piattaforma lucana fuori dai partiti, dove far convergere la voglia di reale cambiamento che sembra emergere dalla miriade di liste civiche presenti sul territorio. La giornalista vuole capire se ci sono davvero le condizioni per fare una battaglia, per incidere.
A fare da comparsa non ci sta. A quel punto si tirerebbe indietro, continuerebbe a vivere la sua regione, la sua città, Potenza, semplicemente come custode degli affetti familiari. Stop. Sente, però, di poter dare qualcosa al territorio, di poter rappresentare una persona super-partes utile alla causa. Spera di riuscire a far passare il suo messaggio e sta accelerando il processo di accreditamento sul territorio. Citando Teofrasto, Lasorella ricorda che «il tempo è l’unica cosa di valore che l’uomo può spendere». È prezioso, non ne vuole perdere altro. Entro Ferragosto - come avrebbe confidato ai familiari - scioglierà il nodo: dentro o fuori la contesa elettorale.