“Stiamo accertando la provenienza antica – racconta il direttore del Museo da Vinci Alessandro Vezzosi – Di certo quest’opera va ad arricchire la galleria delle Gioconde Nude, che comprende quella dell’'Hermitage, la McKenzie, la Chantilly più altre otto di area fiamminga”. Al tempo stesso però s'infittisce il mistero intorno al ritratto del Louvre, del quale ancora non si è accertata committenza, identità e datazione e che nel tempo sta svelando una ricca produzione 'parallela'.
La mostra pugliese cercherà di fare un pò il punto, con interventi di esperti, presentazione di nuove tesi e analisi (come l’ultima radiografia eseguita sulla tela del Louvre) e con un ideale paragone tra tutte le Gioconde esistenti, vere o dichiaratamente false, con due sezioni espositive: una storica, con opere e documenti dal XVI al XIX secolo; e una contemporanea, che dal furto del 1911 arriva alle reinterpretazioni del XX secolo, con Marchel Duchamp, le Giocondologie di Jean Margat e le ricerche del DNA visivo di Monna Lisa di Franco Fossi.
“Ogni giorno si scopre qualcosa di nuovo su di lei o sulla storia di Leonardo – conclude Vezzosi - Io stesso in una sala del Parlamento ho individuato una Gioconda vestita, appartenuta ai Torlonia e della quale si erano perse le tracce. Spero di analizzarla presto. Ha un’interessante scritta francese sul retro, abrasa in parte”. Quanto basta ad arricchire il mistero.