GAZZETTA TV Le verità dell'ex giudice Bellomo: «Contro di me solo pregiudizi, sono pronto a tornare in magistratura»
Il 55enne barese è stato destituito dal Consiglio di Stato nel 2018 ma attende l'esito del ricorso definitivo. E in un libro racconta: non ho mai smesso di formare i futuri magistrati
Giovedì 27 Marzo 2025, 19:00
BARI - «Ho fatto ricorso per fare annullare la sanzione disciplinare perché voglio rientrare in magistratura. Vedremo quale situazione troverò. Sono passati oramai 7 anni. Sono giovane, avrei ancora 20 anni di carriera davanti». Francesco Bellomo è stato il più giovane magistrato ad approdare in Consiglio di Stato, il posto da cui - unico nella storia italiana - è stato rimosso nel 2018 a seguito di un procedimento disciplinare. La sua colpa: il «contratto» imposto alle ricercatrici della sua scuola di preparazione ai concorsi in magistratura con annesso «dress code». Per quel contratto è anche finito ai domiciliari. Le accuse sono cadute ancora prima di arrivare a processo. E ora Bellomo, barese, 55 anni, ha scritto un libro per raccontare la sua verità.
Cosa fa oggi Francesco Bellomo?
«Faccio esattamente quello che avrei fatto 7 anni fa. Insegno alla scuola di magistratura, scrivo libri e sono ancora impegnato nei procedimenti che mi riguardano. È rimasto solo quello disciplinare. Le udienze programmate in Cassazione l’11 e in Consiglio di Stato il 25 febbraio sono state rinviate. Credo che i tempi non possano essere lunghi. Se devo fare delle previsioni tecniche, non posso che ritenere che la sanzione sarà annullata. Se devo invece fare delle previsioni realistiche, dico che questa è una vicenda molto strana e quindi non posso intuire come finirà».
Il suo libro si intitola «Il complotto» e nei complotti di solito ci sono dei mandanti. Nel suo caso chi è il mandante?
«Normalmente il complotto prevede una regia unitaria, però ci sono anche situazioni nelle quali si incastrano più fattori, interessi e azioni. Sull’ipotesi che esista un regista occulto che muove i fili non ho prove, ho dei sospetti che tengo per me»...

