La processione del Venerdì Santo a Roseto Valfortore

Nel ricco panorama pugliese, quella di Roseto Valfortore, in provincia di Foggia, è una delle più suggestive processioni dedicate alla Passione di Gesù

Antonio Monaco

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Antonio Monaco

Giovedì 14 Aprile 2022, 06:00

FOGGIA - Con la domenica delle Palme, a Roseto Valfortore, prendono il via i riti della Settimana Santa. Nel pomeriggio, infatti, si svolge un'asta pubblica durante la quale vengono assegnati, dietro offerte di danaro, i personaggi della Processione del Venerdì Santo, a testimonianza che questa manifestazione si ispira ai dettami della Controriforma. Nel ricco panorama pugliese, quella di Roseto Valfortore, in provincia di Foggia, è una delle più suggestive processioni dedicate alla Passione di Gesù, divisa tra personaggi vivi e statue lignee, soprattutto quella di Cristo, rappresentata nei diversi atteggiamenti della sofferenza. La preparazione delle statue recitanti, ciascuna proposta con intenti e significati didascalici, avviene il Giovedì Santo.

Nel corso della notte ognuna di queste statue esce dalla chiesa di appartenenza, accompagnata da gruppi di persone che danno vita a piccole processioni lungo le vie del paese. I simulacri sono accolti in una casa o in un'altra chiesa dalle quali, l'indomani, entreranno in scena. Anche quest'anno, dopo il divieto stabilito dalle norme anti Covid, sarà rievocata la Passione. Un appuntamento carico di storia e di tradizione che richiama gente da ogni dove. Il martirio di Cristo si rinnova per le strade del paese, secondo una ritualità popolare precisa, che sconfina nel campo antropologico. Un clichè che il tempo non ha scalfito, diviso in tre tempi che occupa tutta la mattinata. La manifestazione ha inizio alle 9 e termina alle 13. Presso la piccola chiesa di Santa Maria, nella parte bassa di Roseto, si danno appuntamento gli attori e le comparse per dar vita a questo evento carico di suggestione e di commozione. Decine di bambine e bambini, ragazzi e ragazze, ognuno con il compito di rappresentare un personaggio della Passione. Ci sono anche i giudei, i soldati romani avvolti in rossi mantelli che sfilano lenti in groppa a poderosi cavalli. Una decina in tutto, con in testa il Centurione. I bambini, fasciati con tuniche bianche, reggono i simboli del martirio: la spugna, la scala, il gallo, le biglie usate per la flagellazione, la tunica che fu fatta indossare a Cristo. C'è anche l'Angelo Confortatore: un bimbo vestito da un candido abito bianco. Ci sono le Pie Donne e Giuseppe d'Arimatea e c'è il Cireneo. Comparse, preti, musici e fedeli si ritrovano alle 9 sul sagrato della chiesa di Santa Maria in attesa che il simulacro di Gesù con la croce esca dalla cappella e dia il via al corteo penitenziale. A rendere ancora più suggestiva l'atmosfera è la presenza del complesso bandistico. La banda intona una marcia di un compositore rosetano, Donato Antonio Donatelli. Accompagnato dal suono sinistro del tamburo, il corteo, lentamente, inizia il cammino in direzione del Calvario, la piccola cappella posta nella parte alta del paese.

La lenta risalita è la metafora tra il Sinedrio e il Golgota. Appena giunto nel corso principale di Roseto, il corteo si ferma sotto un balcone bardato da un tappeto verde. Qui entra in scena il "predicatore": un sacerdote che commenta la Passione. Le parole del prete rompono il silenzio calato sul paese, s'insinuano nelle strade, provocando un'eco che giunge nei vicoli più nascosti. Finito il sermone, la processione riprende il cammino. Appena pochi passi, il tempo di giungere nei pressi della Fontana Grande, al centro di Roseto. Entra in scena la Veronica, interpretata da una ragazza che regge un drappo raffigurante il volto martoriato di Cristo. Il gesto della Veronica che asciuga il viso di Gesù è il passaggio più suggestivo dell'intera rappresentazione rosetana. In largo Croce, il prete, durante il secondo intervento, scandisce il nome di San Giovanni, il cui simulacro sbuca da un vicolo che converge in questo incrocio di vie, da dove il corteo, arricchito dalle Pie donne, riprende l'incedere verso la parte alta del paese, fin quando giunge al Calvario. Qui, esce di scena il Cristo con la Croce; appare la Madonna Addolorata.Il "predicatore" si affaccia l'ultima volta da un balcone, mentre da un vicolo appare la Tomba, un grande catafalco in legno al cui interno è deposto il simulacro del Cristo morto, circondato da bambini in abiti da angioletti. Terminato l'intervento del prete, ad uno squillo di tromba, i giudei balzano da cavallo, e disposti su due file, fanno la guardia alla Tomba che inizia a scendere dal Calvario per far ritorno alla chiesa di Santa Maria.

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