TARANTO - Una colonna di fumo alta diverse decine di metri si è sollevata dall'ex Ilva di Taranto. Le fiamme si sono sprigionate all'interno di Afo1, l'altoforno ripartito da qualche mese. Non sono ancora chiare le cause, ma sul posto sono intervenuti i vigli del fuoco che sono riusciti a contenere i danni.
Un incidente insomma tutto da chiarire che avviene nel giorno in cui il ministro per l'ambiente Gilberto Pichetto Fratin è a Taranto per sostenere la campagna elettorale del centrodestra. Secondo quanto appreso dalla Gazzetta l'incidente sarebbe scaturito per la rottura di una tubiera al campo di colata. Non ci sono feriti: è scattato tempestivamente l'alert per evacuare l'area, e successivamente è avvenuta l'esplosione. Le fiamme hanno interessato anche un camion nella zona.
LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO PICHETTO FRATIN (video Fabio Venere)
Cittadini, 'pronti a nuovo esposto per emissioni ex Ilva'
«Quello che è successo stamane nella fabbrica ex Ilva Acciaierie d’Italia di Taranto poteva provocare una strage perché in quel momento operavano diversi lavoratori sugli impianti mentre altri operai presenti nei reparti vicini ad Afo1 hanno appreso dell’incidente mentre erano in mensa, guardando le fotografie pubblicate sui social dai loro telefoni». Lo affermano Luciano Manna di Veraleaks e Carla Luccarelli, madre di Giorgio Di Ponzio, 15enne di Taranto morto il 25 gennaio del 2019 per un sarcoma ai tessuti molli, annunciando che giovedì 22 maggio torneranno «a denunciare i responsabili dei reati ambientali commessi e perpetrati nello stabilimento ex Ilva. Alle ore 10 ci ritroveremo presso la Prefettura per chiedere di parlare con il prefetto di Taranto e dopo ci recheremo presso il Commissariato Borgo della Polizia di Stato per depositare una denuncia penale con materiale inedito raccolto all’interno della fabbrica, oggi e nei giorni precedenti all’incidente».
In merito all’incendio avvenuto nell’area dell’Afo1 che ha generato una grossa nube nera visibile anche a chilometri di distanza, per Manna e Luccarelli in rappresentanza dei cittadini che aderiscono a 'Taranto Liberà i cittadini di Taranto «sono stati esclusi dall’informazione. Un incidente di questo tipo - aggiungono - che ha generato un incendio sugli impianti di Afo1 può innescare una pericolosa reazione a catena con altri impianti adiacenti e metterebbe a rischio l’incolumità dei cittadini del quartiere Tamburi. E mentre il ministero e il governo sono pronti ad autorizzare questi impianti pericolosi per ulteriori 12 anni noi non possiamo rimanere ancora a guardare».
NESSUN OPERATORE COINVOLTO
Acciaierie d'Italia rassicura sulle condizioni degli operatori con una nota: «Nella mattinata odierna, l'Altoforno n.1 dello stabilimento di Taranto era regolarmente in marcia quando, intorno alle ore 11:30, si è verificata un’emissione non controllata in atmosfera, causata da un’anomalia improvvisa a un elemento del sistema di raffreddamento dell’impianto. L’anomalia ha interessato la tubiera n.11, uno dei 27 ugelli deputati all’insufflaggio di vento caldo all’interno dell’altoforno. Da questo punto si è verificata la fuoriuscita di coke, che ha raggiunto il piano delle tubiere e l’area sottostante», si legge.
«Nessun operatore è rimasto coinvolto nell’evento. Sono state immediatamente attivate le procedure di emergenza previste per questo tipo di situazioni: l’impianto è stato messo in sicurezza e sono iniziate le operazioni di spegnimento dei focolai, in collaborazione con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. L’azienda ha prontamente informato gli enti competenti e avvierà tutti gli accertamenti necessari per ricostruire le cause dell’accaduto», concludono.