TARANTO - Ermal Meta fa sold out e chiude con successo la quarta edizione del Medita Festival, ovvero il Festival del Mediterraneo, organizzato dall’Orchestra della Magna Grecia con il patrocinio del Comune. Dopo Clementino, lo spettacolo gratuito dei Vega 80 e Noemi, è stata la volta dell’artista albanese con cittadinanza italiana. Canzone d’autore in chiave sinfonica: ed è subito magia sulla Rotonda del Lungomare.
Ermal Meta, accompagnato dall’orchestra diretta per l’occasione dal maestro Piero Romano, che è anche direttore artistico, conferma tutto il suo talento. L’accoglienza è calorosa e lui non si risparmia. Perché, afferma, l’affetto e la partecipazione del pubblico non sono qualcosa di scontato. Parte con il brano “Dall’alba al tramonto”, secondo estratto dal terzo album “Non abbiamo armi”. Poi “Un milione di cose da dirti”, in gara a Sanremo 2021; “Uno” dall’album “Tribù urbana”, “Schegge”, canzone d'amore dedicata alla musica che sa stringere senza mai incatenare; “Piccola anima”, brano del 2017 composto in studio con la collaborazione di Elisa; “Vietato morire”, pezzo struggente e autobiografico che racconta delle violenze subito da piccolo dal padre e dal grandissimo salvifico amore della madre, che lo ha portato ad essere un uomo diverso.
Ed ancora: “Vietato morire”, canzone con la quale, nel 2018, in coppia con Fabrizio Moro, ha vinto il Festival di Sanremo e che ha come tema principale il terrorismo e la paura che esso provoca (“Non avete avuto niente, perché tutto va oltre le vostre inutili guerre“). Quindi, la bellissima “9 primavere” sulla fine di un amore senza drammi; “Ragazza Paradiso”, omaggio a un rapporto d'amore profondo e appagante; “Stella Cadenti”, “Finirà bene”, “Mi salvi chi può”, “La vita migliore”. Fino ad arrivare ad “Amara terra mia”, la canzone di Domenico Modugno con la quale Ermal Meta ha vinto la serata cover di Sanremo 2017; “Voce del verbo morire”, altro pezzo dell’album “Vietato morire”, che parla della lotta per lasciare andare le proprie difese e abbracciare la vulnerabilità per cambiare e crescere; e il gran finale con “Straordinario”, canzone che ha scritto per Chiara Galiazzo.
Sul palco salgono le mascotte del Medita festival e la passerella finale consente all’artista di ringraziare il pubblico e i musicisti che lo hanno accompagnato. “E’ stato davvero bello – ha affermato il cantautore - trovarmi qui e aver avuto l’opportunità di suonare con un’orchestra meravigliosa, davanti a un mare ricco di significato. Più bello di così credo che non si possa desiderare”. Intanto, il direttore artistico dell’Ico Magna Grecia Piero Romano e l’assessore allo Spettacolo Fabiano Marti hanno annunciato che “si sta già lavorando per una quinta edizione del Medita festival ricca di sorprese, progetti esclusivi per promuovere una città sempre più bella e affascinante”.