Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, questa mattina ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Ginosa, dove ricoprì il ruolo di pretore dal 1985 al 1987. La cerimonia si è svolta nella sala consiliare.
«Con questa città - ha detto Mantovano ai giornalisti - c'è innanzitutto un legame di amicizia e poi professionale perchè iniziare a svolgere le funzioni giudiziarie facendo il pretore mandamentale è come fare tutti i vaccini: o sei sfiancato o riesci a essere corazzato per affrontare tutto il resto». «Il pretore, ha osservato il sottosegretario, faceva tutto, era veramente una sorta di pronto soccorso sul territorio. Chi ha iniziato le funzioni giudiziarie svolgendo questa figura scomparsa agli inizi degli anni Novanta si è trovato bene dopo. Tutto il resto era meno impegnativo».
Il sindaco di Ginosa, Vito Parisi, ha sottolineato che la cittadinanza onoraria a Mantovano è «un significativo segno di riconoscenza e gratitudine per l’impegno profuso e ancor oggi messo in campo e con il quale si intende esprimere con orgoglio vicinanza, solidarietà, senso civico e morale della comunità al sottosegretario».
Contestualmente, in piazza Marconi, si è svolta la cerimonia di svelamento della targa di intitolazione dell’aula magna dell’istituto Deledda-Bosco al giudice Rosario Livatino, martire di giustizia, assassinato dalla Stidda su una strada provinciale di Agrigento il 21 settembre 1990.
MANTOVANO: LIVATINO PAGO' UN COSTO ESTREMO A DIFESA DELLA LEGALITA'
«Livatino è stato un uomo del nostro tempo e una figura esemplare. Quello che ha da dire è che non c'è niente di impegnativo, a partire dalla battaglia per la legalità, che non abbia un costo e questo costo va pagato fino in fondo, anche quando questo è un costo estremo. Lui aveva la piena consapevolezza di quello che sarebbe stato il suo destino in una terra difficilissima e in un momento in cui gli strumenti per contrastare la criminalità mafiosa erano notevolmente più ridotti rispetto a quelli di cui dispone adesso». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, partecipando a Ginosa (Taranto) alla cerimonia di svelamento della targa di intitolazione dell’aula magna dell’istituto Deledda-Bosco a Rosario Livatino, martire di giustizia.
Nonostante le difficoltà operative «Livatino - ha ribadito Mantovano - è riuscito a contrastare nel modo più efficace sia una presenza di Cosa Nostra nel territorio agrigentino sia la presenza, che iniziava in quegli anni, di una organizzazione mafiosa alternativa a Cosa nostra, la cosiddetta Stidda. Ma il richiamo sulle sue virtù non soltanto civili è stato prepotente quando negli ultimi anni la Chiesa ha riconosciuto a lui il titolo di Beato e, quindi, è un esempio non soltanto sul piano civile ma sul piano umano e anche sul piano religioso».
DROGA, MANTOVANO: GOVERNO PUNTA SU PREVENZIONE
«Stiamo puntando innanzitutto sulla prevenzione in raccordo con tutte le realtà interessate in questo campo, sia a livello istituzionale sia sul fronte dei servizi per le tossicodipendenze. E questo lavoro che è iniziato punterà a rendere consapevoli gli adolescenti che non esiste droga leggera». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, partecipando a Ginosa (Taranto) alla cerimonia di svelamento della targa di intitolazione dell’aula magna dell’istituto Deledda-Bosco a Rosario Livatino e poi alla cerimonia in cui gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Ginosa.
«Ogni droga - ha aggiunto - fa male, ogni droga rende meno liberi, rende sudditi di una sostanza e quindi schiavi di qualcosa e alla fine anche di qualcuno. Questo è il primo e più importante obiettivo da raggiungere».
EMILIANO: LIVATINO MI HA INSEGNATO IL MESTIERE
«La mia prima sede di servizio da magistrato è stata la Procura di Agrigento e la persona che mi ha accolto a luglio del 1988 in quell'ufficio era Rosario Livatino. Un collega di lavoro che peraltro mi ha insegnato il mestiere e che poi ha perso la vita in un modo barbaro e inaccettabile». Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenuto questa mattina alla cerimonia di svelamento della targa di intitolazione dell’aula magna dell’istituto Deledda-Bosco di Ginosa a Rosario Livatino e alla cerimonia in cui è stata conferita la cittadinanza onoraria di Ginosa al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
«Ho cominciato a fare il magistrato - ha aggiunto il governatore - portando la bara di Livatino sulla spalla e questo mi rende questa giornata particolarmente cara. Questa è una giornata che viene dedicata, attraverso figure individuali, a tutta una categoria di servitori dello Stato che in silenzio, e spesso ricavando più guai che vantaggi, compiono il loro dovere fino in fondo. Persone che realizzano la Costituzione incarnata».
«Con Alfredo Mantovano - ha spiegato Emiliano - abbiamo in comune sia il diritto che la politica. E anche l’amicizia. Alfredo ed io siamo amici da tantissimi anni. Forse avremo qualcosa di diverso da dire dopo i singoli provvedimenti del governo, ma questo non toglie nulla alla mia gioia e al mio orgoglio - ha concluso - per questo riconoscimento che sta ricevendo dalla città di Ginosa dove ha svolto le funzioni di pretore».