Storie a 4 zampe

Parabita, la storia di Biagio e del suo Korunera associazione che si prende cura degli animali in difficoltà

Katja Brinkmann

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«Abbiamo curato tantissimi cani randagi, nei canili, recuperati per strada, abbiamo fatto adottare circa trecento cani in tre anni». Le storie degli amici a 4 zampe raccontate da Katja Brinkmann

Il nuovo progetto della Gazzetta del Mezzogiorno dedicato ai nostri amici a 4 zampe in collaborazione con Katja Brinkmann: giornalista, book writer (uno addiritura sulla Puglia, ritratti sono) e fotografa tedesca che vive in Puglia da 15 anni. «Amo l’Italia e gli italiani e da quando ho il mio Labrador Sidney, di 2 anni faccio tante conoscenze in più rispetto a prima. È così che è nato il suo blog www.amazingdogstales.com, per creare una sorta di album di ricordi tra animali e belle persone incontrati per caso per strada, e che in qualche modo diventano la tua famiglia». (Foto dell'autrice a firma di Yulia Longo)

LECCE - Ieri “salvato” da un cane, ora “salvatore” di cani. È questa la storia di Biagio Fattizzo, un giovane di Parabita, nel Salento, che sino a sette anni fa non sapeva cosa fosse un microchip o la leishmaniosi. Poi nell’inverno del 2014 la svolta, occasionale come spesso accade.

«Ero in un periodo difficile – ha raccontato Biagio – ed il mio medico, per aiutarmi a superarlo, mi consigliò di prendere un cucciolo per compagno. Lo ascoltai e “Mia”, una cucciola di tre mesi, entrò nella mia vita. Da allora passeggiando con “Mia”, per strade di campagna, iniziai ad imbattermi in cani denutriti e malati: una realtà a me sconosciuta quanto atroce, che mi fece male come un pugno in un occhio».

«Dopo il primo incontro con un cane denutrito – ha proseguito - pubblicai la foto su facebook e venni contattato da un’associazione animalista che mi propose di rinchiuderlo in un canile. Rifiutai e per lui fu un bene poiché venne adottato».

Da allora è stato un susseguirsi di “incontri” che il giovane non aveva mai immaginato di fare. «Una volta sentii - ha proseguito nel racconto - dei latrati provenire da un recinto e, saltato sul muro, vidi tanti cani in dei box. Scoprii che era un canile. È stato lo stimolo per iniziare un percorso da volontariato in un’associazione che gestisce due canili, strutture nelle quali ho trascorso, domeniche ed altre feste. Quei cani sono diventati la mia famiglia, i miei figli, i miei fratelli!».
Biagio, ormai come un fiume in piena, continua a raccontare l’evoluzione della sua vita ricordando i 18 cani rinchiusi in box di fortuna, senza riparo dal sole e dalle intemperie: denutriti, malati, pieni di zecche.
Tutti “salvati” in collaborazione con l’amica-volontaria Maria Luisa.

Ecco l'intervista di Katja Brinkmann 

Com’è nata l’idea di Korunera, da chi è stata fondata l’impresa e da quanto tempo esiste?

Korunera nasce nel sud Italia in provincia di Lecce tre anni fa, nasce dall’esperienza di Biagio che fa il volontario sul territorio da anni e dalla necessità di creare una realtà che possa aiutare gli animali ed in particolare i cani che vivono vite e situazioni di sofferenza.

KoruNera significa “Koru” nuova vita e Nera il nome di una pitbull molto amata da Biagio morta in canile.

Parlaci della tua storia, Biagio

«Fino a dieci anni fa non sapevo cosa fosse un microchip , un canile, una sterilizzazione , ero un ragazzo come tanti che amava divertirsi con gli amici ed avevo la passione del calcio. Poi nella mia vita sono successi dei fatti abbastanza gravi ed ho avuto un momento di difficoltà , il mio medico consigliò alla mia famiglia di prendere un cane, per spronarmi ad uscire di casa. Nella mia vita è arrivata Mia, una cucciola di labrador nera, passeggiavamo tanto nelle campagne lontane da tutti, una cosa che non avevo mai fatto. Da allora è come se una calamita attraesse a me cani in condizioni terribili . Il primo un cane pelle e ossa, non sapevo cosa fare ed un mio amico mi disse di fare un post su facebook, mi contattarono delle volontarie tra cui quelle del mio paese per portare il cane in canile, per fortuna una volontaria di un altro paese mi contattò e prese il cane con lei, lo ha chiamato Biagio. Da quel giorno ho iniziato a sentire le volontarie dell’associazione del mio paese, ho iniziato a frequentare i canili che ho odiato dal primo giorno, ma da cui non sono più riuscito a staccarmi, quei cani sono detenuti ingiustamente, quei cani hanno una vita surreale, hanno bisogno di me».

Chi altro ti sta dando una mano? In quanti siete?

Siamo in quattro, Biagio si occupa di tutto, tutti i giorni, rifugio, canili, adozioni. Letizia insieme a lui si occupa dei social, della parte burocratica, di canili , adozioni e dei cani che gestiamo a casa e in rifugio.

Luisa e Stefania si occupano dei gatti, dei randagi che seguiamo nel paese e nel fine settimana del rifugio.

Il terreno del vostro canile, il cibo per i cani etc… Chi paga il tutto? Avete dei sponsor? Raccontatemi come possiamo aiutare.

Non abbiamo un canile e non lo avremo mai, la sola idea di canile ci disgusta . Abbiamo un piccolo rifugio in cui i cani vivono liberi in grandi spazi nel verde, passeggiano tutti i giorni ed a cui non manca nulla soprattutto la libertà e la possibilità di essere adottati. Il terreno è di proprietà della famiglia di Biagio, speriamo di avere la possibilità di allargarlo. Non abbiamo sponsor, non chiediamo mai nulla, non facciamo raccolte fondi, non abbiamo convenzioni, chi vuole aiutarci lo fa di spontanea volontà vedendo quello che facciamo

Il problema più evidente di cani di strada qui in Puglia qual è al momento? È la mentalità della gente che li abbandona? Oppure …?

 Il problema principale in Puglia e non solo è la mancanza di educazione sul benessere degli animali, la mancata sensibilizzazione , la mancata prevenzione e la mancata attuazione di politiche che possano cambiare le cose. Mancano anche pene dure e severe da applicare nei confronti di chi abbandona, maltratta o attua gesti contrari alla legge.

Quanti animali avete “curato” fino ad ora? E per quanti avete trovato posto d’adozione?

Abbiamo curato tantissimi cani randagi, nei canili, recuperati per strada, abbiamo fatto adottare circa trecento cani in tre anni.

Un mondo “ideale” vostro con tutti i cani che state seguendo: Come sarebbe?

Il mondo ideale sarebbe senza canili, se devono esistere luoghi di custodia dei cani devono essere adeguati a rispettarne la natura e gestiti da persone competenti. I social ci aiutano molto a raggiungere persone lontane da noi , Biagio e Letizia seguono tutte le pagine social di Korunera.

Vi aiutano tanto i social per trovare dei posti di adozione?

La maggior parte delle adozioni che facciamo , quasi il 90%, vengono fatte fuori regione, centro, nord Italia e anche all’estero, questo avviene grazie ai social.

Come si sceglie il cane ideale per una persona?

Si può scegliere un cane compatibile con lo stile di vita e le caratteristiche di una persona e del suo nucleo familiare. Non esiste il cane perfetto così come non esiste una persona perfetta, ma l’amore ed il rispetto rendono l’accoppiata cane – proprietario perfetta. Bisogna scegliere un cane responsabilmente valutandone le caratteristiche , l’età del cane e del proprietario ad esempio , una persona anziana con uno stile di vita tranquillo non può essere guidata nella scelta di un cucciolo. Un maremmano non può vivere in un appartamento. Un cane anziano e sofferente non starebbe bene in una famiglia che viaggia o con dei bambini vivaci. Tutto deve essere valutato, l’adozione deve essere un’esperienza positiva per il cane e per l’adottante.

Avete altro da dire, raccontare, spiegare su di voi ai lettori del Blog Amazingdogstales e Gazzetta del Mezzogiorno?

C’è bisogno di dare voce agli animali che non hanno la possibilità di esprimere le loro sofferenze. Andate nei canili, siate portatori dei loro interessi ogni giorno, parlando di loro, educando figli e conoscenti e soprattutto se potete adottate.

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