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Giuseppe Conte, prof antiburocrazia

 
Silvia Gasparetto (Ansa)

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Silvia Gasparetto (Ansa)

Giuseppe Conte, 54 anni, autore programma giustizia M5S, era in squadra governo

Lunedì 21 Maggio 2018, 16:16

22:17

ROMA - «Assertivo», come lui stesso si definisce al termine di un lungo intervento a un convegno sulla giustizia, Giuseppe Conte parla in pubblico, nelle poche testimonianze rintracciabili su Youtube, in modo puntuale e con piglio deciso. Già il suo profilo WhatsApp parla per lui: "Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro: vi aiuterà a concentrare il pensiero», si legge sullo status, accompagnato da una foto con citazione di John F. Kennedy, «every accomplishment starts with the decision to try».

Di certo Giuseppe Conte, il professore di diritto privato in pole per la premiership del governo M5S-Lega, ha già mostrato la sua voglia di provare, annunciando qualche mese fa la sua disponibilità "per spirito di servizio» alla candidatura al ministero della pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia immaginato da Luigi Di Maio in campagna elettorale.

Legalità e semplificazione sono le parole d’ordine che ripete Giuseppe Conte nei suoi discorsi, a partire da quello di «investitura» a ministro ombra dei 5 stelle, nel febbraio scorso, aperto citando le «specifiche prerogative» affidate dalla Costituzione al presidente della Repubblica nella formazione del governo. In premessa ricorda il «concetto di etica pubblica tanto caro a Stefano Rodotà», e l’articolo 54 della Costituzione che indica per i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche «il dovere di adempierle con disciplina ed onore».

Combattere «l'ipertrofia normativa» che «penalizza gli onesti e gli operatori che vogliono rispettare le regole» è il primo punto che metteva allora Giuseppe Conte in cima al suo programma, insieme alla necessità di «semplificare al massimo tutti i passaggi burocratici».

Idee molto precise Giuseppe Conte le ha elaborate anche in materia di giustizia amministrativa, raccontate a un convegno sulla giustizia organizzato a inizio 2017 dal Movimento 5 Stelle, nel corso del quale evidenziava, tra l’altro, la necessità di superare un «privilegio del potere esecutivo forse dei tempi andati», quello di designare i componenti del Consiglio di Stato: «Si diceva che consentiva di inserire i gran commis dello Stato e dare valore aggiunto, ma forse se ne potrebbe fare a meno» perché «più che una riserva dello Stato rischiano di costituire la riserva del governo in carica». Per Giuseppe Conte "autonomia e indipendenza», della magistratura ma non solo, sono "valori fondanti di ogni tipo di attività giurisdizionale».

Nel successivo discorso del 2018, Giuseppe Conte sottolinea la chiamata da parte del Movimento per il ruolo da componente laico del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, da cui si è dimesso appena entrato in corsa per il governo a 5 Stelle: «Precisai - ricorda - non vi ho votato, e non posso neppure considerarmi un simpatizzante, allora non vi conoscevo. E in questi 4 anni di alto incarico non ho ricevuto una telefonata una che contenesse qualche indicazione volta a interferire nel delicato incarico che ho ricoperto».

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