Emilio Solfrizzi: «La card più preziosa è il tesserino del donatore»

Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Domenica 11 Aprile 2021, 18:58

Uno dei testimonial della campagna di sensibilizzazione per la donazione degli organi è un barese doc. Emilio Solfrizzi, 59 anni, un tempo Toti nel duo con Antonio Stornaiolo, adesso è uno degli attori italiani più apprezzati e versatili: prossimamente sarà uno dei “padrini”, insieme con Nino Frassica, Paolo Calabresi e Antonio Ferracane, nel film Scuola di mafia con la regia di Alessandro Pondi. Intanto, sta curando per il Teatro Quirino di Roma la regia di una commedia scritta da Gianni Clementi, che debutterà a gennaio 2022.

Al Cirillo ha conseguito la maturità classica, a Bologna la laurea in lettere e filosofia. Sicuro che sa qual è l’incognita dell’equazione 1+X=7?
«Stai scherzando? In matematica al liceo ero bravissimo. Pensa che quando facevamo i compiti in classe, il professore mi metteva in un banco da solo perché gli altri non copiassero. Se senti dire che mi mettevano da solo perché ero io a copiare, sono maldicenze. Scherzi a parte, 1+X=7 è la formula del dono, la formula della campagna social “Donare è una scelta naturale”, promossa dal Centro Nazionale Trapianti e dal Ministero della Salute e di cui sono il testimonial. Mi sono innamorato della sua chiarezza. Ci spiega che un semplice “sì” può salvare la vita di sette persone in attesa di trapianto. Basta semplicemente dare il proprio assenso alla donazione di organi e tessuti».


Vista la notorietà e la fama, sicuramente avrà un discreto numero di card nel portafogli. Per caso ce n’è qualcun'altra, a parte quella della raccolta punti?
«Prima della pandemia il mio portafogli era pieno di card. Avevo così tante card che non c’era posto per i soldi, infatti mia moglie mi diceva: “Dalli a me i soldi, che nel mio portafogli c’è posto”. Poi però hanno deciso che quelli come me sono ricchi di famiglia e non hanno bisogno di lavorare, perciò le card se le sono mangiate le tarme. Ma come si dice a Bari: “Sotto il guasto c’è l’aggiusto”. Si è liberato il posto per il tesserino del donatore. Sono andato sul sito www.sceglididonare.it, l’ho scaricato, l’ho stampato, l’ho compilato e ora lo porto sempre con me. Le donne, ad esempio, possono tenerlo nella borsetta. Fatelo anche voi. Pure gli scippatori possono, così magari anziché togliere, impareranno a dare. Tutti possono diventare donatori».

Ci vuole fegato per resistere in un momento in cui è tutto fermo, o quasi, soprattutto nel vostro settore. Ma chi ha cuore magari ha il tempo per opere meritevoli. Come mai ha deciso di aderire alla campagna e diventarne il testimonial?
«Perché credo (il tono è completamente serio - ndr) che su questo tema ci sia ancora molta confusione e che un’informazione corretta possa aiutare a fare chiarezza. Spesso i dinieghi a donare sono frutto di paure, pregiudizi, scarsa conoscenza. Per questo motivo la nuova campagna nazionale punta a sensibilizzare i cittadini con un messaggio semplice: la donazione è una scelta naturale, che non costa nulla, dato che avviene dopo la morte. Consiglio dunque di parlarne in famiglia, di superare la diffidenza, di divulgare. Anzi, se decidete di condividere il messaggio social, taggate sette persone: ci aiutate a diffondere anche su Facebook, Instagram, Twitter, dove più vi piace».

Donare è una scelta naturale, ma le dichiarazioni di volontà non bastano mai e le opposizioni sono ancora tante. Quale dei personaggi che ha interpretato potrebbe convincere almeno i baresi?
«Di sicuro Mino Pausa, il più grande poeta morente. Le sue poesie sarebbero in grado di convincere chiunque».

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