Bari, troppi tagli a scuola? E gli studenti scioperano
«Dagli studenti la Puglia rinasce». La mobilitazione studentesca proclamata oggi dall’Unione degli Studenti, è solo la prima di una lunga serie.
Venerdì 12 Ottobre 2018, 10:08
14:12
BARI - Diverse centinaia di studenti (3.000 per gli organizzatori) sono scesi in piazza a Bari con un corteo organizzato per chiedere una «carta di cittadinanza studentesca» e protestare contro la manovra finanziaria del Governo che «ignora i problemi degli studenti, non prevede maggiori risorse per il diritto allo studio né per la qualità della formazione o per la ricerca».
Il corteo barese è partito da piazza Umberto, dinanzi al'Ateneo, e si dirige alla sede della Regione Puglia, in via Capruzzi. La manifestazione, organizzata in tutte le sei province pugliesi, è promossa da Rete della Conoscenza Puglia, Link e Unione degli Studenti.
«In Italia il diritto allo studio non è garantito - dicono gli organizzatori - nella manovra manca un cambiamento reale per i giovani. Tutti parlano di noi studenti ma nessuno parla con noi studenti, dalla Regione Puglia nessuna risposta strutturale. Scuole e università saranno in stato di agitazione permanente» Gli studenti, universitari e delle scuole superiori baresi, chiedono interventi contro l’abbandono scolastico e finanziamenti sull'edilizia scolastica, l’approvazione di un Codice Etico sull'alternanza scuola lavoro e misure concrete contro «l'ingiustizia quotidiana di costi economici insostenibili per studiare». «Da Nord a Sud - dicono - saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università finché non avremo risposte concrete dal Governo nazionale».
Tra le file degli studenti baresi in protesta ci sono i ragazzi del Liceo Orazio Flacco, istituto storico del capoluogo pugliese. Eccoli in questo video amatoriale dove i giovani si radunano in piazza Umberto per poi sfilare lungo le vie della città e manifestare il loro disagio.
Tra i motivi che hanno portato gli studenti ad indire lo sciopero ci sono gli elevati costi dei percorsi di studio e lo sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro, ma non solo.