Verso le elezioni

«Al bando i portatori di voti», ma la sveglia suona in ritardo: il confronto tra i candidati a Foggia

Massimo Levantaci (video Maizzi)

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Mainiero e De Sabato attaccano Episcopo, Di Mauro e Angiola: «Dirigenti, si cambi»

FOGGIA - La tecnostruttura comunale resta il mostro da abbattere per quattro candidati su cinque (più tenera Episcopo), le infiltrazioni mafiose nella cosa pubblica un pericolo altroché messo nell’angolo. E poi l’incetta di candidati, i portatori di voto: un punto che fa infuriare il sempre polemico Mainiero, ma ancor di più De Sabato che punta il dito contro le liste tradizionali, per così dire, di centrosinistra e di centrodestra (salvando le civiche): «Nessuno ha voluto siglare un patto a inizio di campagna elettorale per tenere fuori dalle liste i portatori di voto. I Cusmai cosa ci fanno (riferimento a Rosario Cusmai, leader dei civici candidati con Episcopo: ndr)? Proporre il tutti dentro - sbotta De Sabato - è un’assunzione grave di responsabilità, un rischio che la nostra società non può permettersi».

I cinque candidati sindaco (Maria Aida Episcopo per il centrosinistra più i 5 stelle, Raffaele Di Mauro centrodestra, le liste civiche capitanate da Nunzio Angiola, Giuseppe Mainiero, Antonio De Sabato) sono stati ieri chiamati dall’associazione Giovanni Panunzio sul tema assai spinoso e pertinente “Quale politica contro la mafia” davanti a una platea gremita da una cinquantina di persone molto attente. Bersaglio individuato dagli altri candidati nella candidata del centrosinistra-Campo largo Episcopo tirata in ballo dallo scatenato De Sabato sui 270 candidati che compongono la coalizione: «Non sai nemmeno chi siano…» e da Maniero che ha puntato l’indice in particolare sui nomi di due candidati: «Era il delegato dell’ufficio Casa, rivelò tutto quel che accadeva nell’assegnazione delle case popolari (ai malavitosi, come rivelarono le indagini: ndr) solo quando la magistratura gli piantò un faro in faccia. Oggi ce lo ritroviamo candidato nel Campo largo». Rilievi di Mainiero anche sul conto di un’altra candidata, quadro apicale di un’azienda pubblica, candidata ancora con Episcopo. E ci sono anche diversi ispettori sanitari in quella lista. Ma la prassi non dovrebbe essere quella di non candidare funzionari in grado di esercitare pressioni sulla struttura comunale?».

La candidata del centrosinistra ha giocato sulla difensiva. A proposito della tecnostruttura comunale, indicata da De Sabato «la vera zona grigia della città», l’ex provveditore ha risposto: «Sui reati, se commessi, si risponde a titolo personale», evitando così di fare di tutta un’erba un fascio. «Ad oggi - ha ricordato Episcopo - la struttura è fortemente sotto organico, mancano profili per 404. E c’è una mole di deleghe. Andrà rimpinguata la pianta organica, il concorso pubblico è una delle soluzioni. La rotazione è prevista dalle norme, ma ci sono vincoli quando non ci sia una professionalità scambiabile nel ruolo».
Cauto sulla tecnostruttura anche Raffaele Di Mauro: «Le infiltrazioni non sono soltanto politiche, lo schema è chiaro: la politica fornisce un indirizzo i dirigenti lo eseguono. Noi abbiamo pensato all’adozione di un protocollo di legalità per quanto riguarda l’affidamento di gare d’appalto, così come alla costituzione di parte civile in un processo penale». Contrario al modo di operare fin qui seguito dall’attuale tecnostruttura comunale anche Nunzio Angiola: «Si evitino però i qualunquismi sull’argomento - ha esortato l’ex parlamentare - resto convinto che tanti componenti dell’attuale tecnostruttura sfuggano alle loro responsabilità».

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