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Tredici opere d'arte sulle pensiline dei bus del Policlinico di Bari

 
Redazione online

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Nel progetto «Sensibili alla bellezza» Presentate oggi le 5 opere dei Maestri che hanno fatto la storia della cultura pugliese e le 8 illustrazioni realizzate da giovani talenti dell’accademia delle belle arti

Mercoledì 12 Luglio 2023, 19:20

BARI - Tredici opere, cinque realizzate da maestri che hanno fatto la storia della cultura pugliese e che sono stati docenti dell’Accademia di Belle Arti di Bari e otto illustrazioni realizzate da giovani talenti della cattedra di Illustrazione Scientifica dell’Accademia con lo stile della graphic novel. Sono state installate sulle pensiline delle fermate del bus navetta dell’Amtab interne all’ospedale. Si tratta della realizzazione della terza edizione del progetto «Sensibili alla bellezza», realizzato dall’associazione culturale «Laboratori d’arte di Puglia» con il patrocinio del Comune di Bari, dell’Accademia delle Belle arti e dell’Università degli studi di Bari.

Sono state presentate oggi in conferenza stampa, tra gli altri, dal direttore generale Giovanni Migliore; dall’assessore alle politiche culturali del Comune di Bari, Ines Pierucci; dalla professoressa Rossana Pucciarelli dell’Accademia delle Belle Arti; dalla prorettrice dell’Università, professoressa Grazia Paola Nicchia. «Ringrazio davvero tutti coloro che si sono impegnati in questo progetto - ha esordito Migliore - il Policlinico è un quartiere della città di Bari, è attraversato ogni giorno da circa 20.000 persone tra personale sanitario, utenti, studenti, fornitori. Ci stiamo impegnando per renderlo sempre più accogliente e inserito nel tessuto urbano».

Tra i viali del Policlinico trovano così dimora i ritratti di Roberto de Robertis, l’artista barese che con il suo personale impegno ha favorito l’istituzione prima del Liceo artistico e poi dell’Accademia delle Belle Arti. I mosaici di Raffaele Spizzico; gli intrecci di lamiere color rosso di Mimmo Conenna; i colori, i segni e le forme dello studio di Mario Colonna; la solitudine nella moltitudine dell’opera esposta da Giuseppe Sylos Labini alla 54 Biennale di Venezia. 

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