A due mesi dal successo di “Nanosecondo” torna con un nuovo singolo Mariachiara Gianfelice, in arte Marea, giovane e talentuosa cantautrice pugliese classe 1993.
La sua musica rispecchia le contraddizioni umane con un sound che richiama la tradizione cantautorale italiana e internazionale, pur subendo il fascino dell’indie-pop e della world music.
Lo strumento cardine è il pianoforte, tra testi impegnati e sonorità fiabesche.
Supportato da un iconico artwork curato da Elisa Melarosa, “Le regole del gioco” è una divertente provocazione femminista che denuncia quella serie di “dispari opportunità” che la nostra cultura e società riservano ancora oggi alle donne. «Questa canzone è nata da un motivetto che improvvisai al piano poco prima di andare al concertone dell'#unomaggioliberoepensante di Taranto - racconta la stessa Marea - Il ritornello vuole entrare nella testa di tutti, indistintamente, per indurci a essere davvero sempre più consapevoli e rispettosi verso un unico genere, quello umano».
Il videoclip che accompagna il brano è diretto da Enrico Acciani e girato principalmente all’Arena della Vittoria di Bari, storico impianto sportivo del capoluogo: «Ho pensato che una partita di calcio potesse rappresentare in maniera efficace e divertente il problema del gender gap e gli stereotipi che ne derivano. Questa volta a giocare sono le donne - interpretate da alcune cantautrici emergenti della scena barese - troppo spesso considerate lavoratori di serie B. A tifare per tutte, invece, dei magnifici ragazzi pompon. Invertire i ruoli può aiutarci a riflettere sui pregiudizi che ancora oggi plasmano il nostro modo di vivere e di pensare? Forse sì».
Queste invece le parole del regista: «Quando Marea mi ha chiesto di curare la regia di questo video ho subito pensato che il soggetto che aveva partorito fosse già efficace di suo. I ruoli ribaltati in questo gioco delle parti sono estremizzati e invertiti quanto basta per ironizzare sulle convenzioni e gli stereotipi sociali legati ai sessi. Ho cercato di dare forma alle idee di Marea attraverso un’estetica che conciliasse la coreografia con la semplicità delle immagini e il messaggio che il testo del brano evoca».
















